“L’Usignolo” di Kristin Hannah. La Seconda guerra mondiale vissuta dalle donne.

“L’Usignolo” di Kristin Hannah. La Seconda guerra mondiale vissuta dalle donne.

L'usignolo[11]Ha un titolo melodioso e una storia amara l’ultimo romanzo di Kristin Hannah, scrittrice americana di bestseller, che dal 12 gennaio è nelle librerie italiane con il suo ultimo grande successo, L’Usignolo, pubblicato da Mondadori.

Un libro inconsueto e dalla struttura narrativa possente (negli Usa lo scorso anno è rimasto nei primi dieci posti della classifica del New York Times per più di trenta settimane), che racconta la vita di due sorelle francesi, Vianne e Isabelle Rossignol (cognome che non a caso significa “Usignolo”), che durante la seconda guerra mondiale si trovano a vivere l’occupazione tedesca e la crudeltà nazista.

Distanti per età e temperamento, le due sorelle, sola e ribelle la più giovane, con il marito al fronte e una figlia piccola, la più anziana, dovranno sopportare le atrocità della vita quotidiana in una Francia oppressa dalle SS, nella quale sopravvivere alla violenza e alle privazioni diventa l’unico obiettivo di ogni giorno.

Kristin Hannah, attraverso una sorpendente ricostruzione storica e con evidente talento per la caratterizzazione dei personaggi, ci offre pagine dalle quali è difficile staccarsi per riprendere fiato, una storia che dalla seconda metà del libro si legge con le lacrime agli occhi, impotenti di rabbia e di dolore, ma inesorabilmente attratti (nonostante qualche perplessità sull’uso di alcuni tempi verbali nella traduzione, forse dovuti anche alla lettura di un’edizione non definitiva).

La guerra che racconta Kristin Hannah ne L’Usignolo è la guerra delle donne, eroine del quotidiano che senza bombe o fucili hanno lottato e sofferto per proteggere il futuro dei loro figli, resistendo, ciascuna a modo suo, alle peggiori atrocità. Donne che a rischio della vita hanno salvato altre vite, guerriere fragilissime, che hanno perso tutto, ma mai la dignità.

L’Usignolo è un romanzo che ho avuto il privilegio di leggere in anteprima e che non fatico a suggerire a chi cerca una storia appassionante fatta di sentimenti ma non sentimentale, un libro che ho chiuso con sollievo e con rammarico allo stesso tempo e le cui protagoniste, per molti giorni, mi hanno accompagnato nelle scorribande della mente, non senza una punta di tristezza. Perché una storia di guerra, anche quando c’è di mezzo l’amore, non può che essere una storia triste.

Preparate le lacrime e gli applausi. L’Usignolo merita entrambi.

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