Castigo di Dio di Marcello Introna

Castigo di Dio di Marcello Introna

Castigo di Dio, di Marcello Introna, mi è arrivato tra le mani grazie a Joy Terekiev, l’editor Mondadori che ne ha curato il testo. Una professionista verso cui nutro profonda stima e della quale apprezzo le scelte letterarie. Con grande fiducia, quindi, mi sono dedicata alla lettura del testo.

Il primo approccio con Castigo di Dio è stato sconcertante. La storia narrata da Marcello Introna si svolge a Bari nell’estate del 1943 e racconta la squallida vita che si svolge all’interno della “Socia”, un palazzo fatiscente popolato da prostitute, orfani, invalidi e famiglie cadute in disgrazia, un esercito di relitti umani al servizio di Amaro, un uomo spietato, capace di ogni genere di infamia e crudeltà. Con la protezione del prefetto locale, con cui condivide loschi affari, che gli permettono di arricchirsi alle spalle della povera gente, Amaro ha potere di vita e di morte su chi ha la sfortuna di incrociare la sua strada. Marcello Introna in una delle descrizioni più riuscite del romanzo, tratteggia così il suo protagonista:

Amaro era l’ossido che aggredisce il metallo, lo scorpione in attesa sotto la sabbia, la putrescina della carogna di un cane, era la guerra, il razzismo, l’opportunismo. Il nazista che cavava denti d’oro ai deportati. Non provava affetto per nessuno e l’idea che ne nessuno ne provasse per lui lo irritava ancora di più perché lo leggeva come un gesto di mancata sottomissione. Era cattivo. In un unico termine che meravigliosamente lo sintetizzava, era cattivo ed era nato così. Un castigo di Dio.

Castigo di Dio

Un romanzo crudele e senza etichette

Servile con i potenti e sadico con i più deboli, Amaro è il protagonista che si odia fin dalle prime pagine, quando viene voglia di chiudere il libro e di non aprirlo mai più. Da qui il mio sconcerto. Eppure, la repulsione dura poco, perché la curiosità e la scrittura magnetica di Marcello Introna ti obbligano a ricominciare a leggere. Più la storia si fa densa e più ti rendi conto che dovrai andare fin in fondo, buttando giù i bocconi amari (aggettivo non casuale), che nelle pagine di Castigo di Dio abbondano. E in fondo ci si arriva senza quasi accorgersene perché la lettura si fa sempre più avvincente, una sottile tortura a cui non ci si può sottrarre fino all’epilogo, tutto da gustare.

Un romanzo duro, cupo, crudele e probabilmente molto più realistico di quel che si possa pensare, perché il male fa parte di questo mondo anche quando è assoluto, come nel caso di Amaro, “mostro” senza morale, eppure uomo tra gli uomini. L’abilità di Marcello Introna è quella di saperlo raccontare con misurato distacco, ma senza inutili giri di parole.

Basato su fatti di cronaca realmente accaduti, Castigo di Dio non è un libro facilmente etichettabile, perché inserirlo in una categoria sarebbe limitarlo. Ciò che conta è che nel suo oscillare tra l’horror, il giallo storico e il noir,  il romanzo di Marcello Introna mantiene in ogni pagina ciò che promette fin dal titolo: un Castigo di Dio a cui il lettore, soggiogato, non riesce a sottrarsi.

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