“Numero zero” di Umberto Eco: l’Italia dei complotti e del cattivo giornalismo
Ho letto Numero Zero di Umberto Eco (Bompiani) subito dopo La ferocia di Nicola Lagioia (Einaudi). In pochi giorni con questi due romanzi ho fatto il pieno di meschinità made in Italy. Mentre Lagioia ritrae l’Italia dei palazzinari intrallazzoni degli ultimi anni, Umberto Eco ambienta la sua storia nel 1992 e attraverso molteplici flashback fa rivivere al lettore molti degli episodi più oscuri e discussi della politica italiana della seconda metà del secolo scorso.
Numero Zero non assomiglia ai romanzi a cui Eco ha abituato i suoi lettori. A differenza degli stranoti bestseller Il nome della Rosa o il Pendolo di Foucault, in Numero Zero sono pochi i vocaboli insoliti, il numero di pagine non è eccessivo, la lettura è scorrevole e spesso assai umoristica, benché grottesca.
Il romanzo narra la storia della redazione di “Domani”, un nuovo giornale di cui si devono produrre soltanto numeri zero il cui unico scopo, secondo l’editore, il Commendator Vimercate, è ricattare politici e imprenditori al fine di entrare nei circoli più influenti della finanza.
Per raggiungere i suoi obiettivi il commendatore, mette in piedi un’armata Brancaleone del giornalismo, redattori poco esperti guidati da Simei, il direttore e da Colonna, il suo braccio destro, scrittore fallito e voce narrante del romanzo. Soltanto questi ultimi conoscono la verità sulle finalità del giornale e mentre Simei dimostra assoluta indifferenza, Colonna, temperamento tranquillo e timoroso, fatica ad adattarsi a tanta spregiudicatezza e riesce anche a innamorarsi di Maia, addetta agli oroscopi e vera protagonista del romanzo insieme a Braggadocio, giornalista d’inchiesta paranoico, convinto di avere in mano la verità sui complotti che hanno caratterizzato l’Italia dalla morte di Mussolini in poi.
In Numero Zero Umberto Eco, attraverso la ricostruzione di molte delle vicende più oscure della storia italiana del dopoguerra, dalla morte di Mussolini a Gladio, fino alla P2 e alle stragi terroristiche, bacchetta da un parte il giornalismo servile, che costruisce notizie a uso e consumo degli interessi dei potenti, dall’altra la classe politica italiana, che non è mai stata capace di creare le fondamenta di uno Stato trasparente e degno di questo nome.
Attraverso pagine tristemente esilaranti, forse ancora di più per chi ha avuto modo di lavorare nel settore giornalistico come la sottoscritta, Umberto Eco racconta come l’informazione può essere deviata fino a creare notizie inesistenti o a far passare come fatti le idee di chi scrive:
L’astuzia sta nel virgolettare prima un’opinione banale, poi un’altra opinione, più ragionata, che assomiglia molto all’opinione del giornalista. Così il lettore ha l’impressione di essere informato circa due fatti.
Battute, barzellette e manie italiche rendono Anno Zero un romanzo tragicomico, con un finale amaro ma godibile. Un leggere che fa male, ma non troppo perché, per dirla con Eco:
Niente può più turbarci in questo paese.
- Titolo: Numero Zero
- Autore: Umberto Eco
- Editore: Bompiani
- Pagine: 218
- Uscita: gennaio 2015
- Prezzo: 17€
- Voto: 6 1/2