Lapo Elkann arrestato a New York. E chi se ne frega!
Questa mattina, come molti di voi, ho aperto il sito del Corriere della Sera e la prima notizia che ho trovato è stata quella di Lapo Elkann arrestato a New York per aver simulato il suo sequestro, con lo scopo di finanziare le sue notti brave a base di alcol e droga, a casa di una prostituta trans.
Ho cliccato sul sito di la Repubblica, de Il Giornale e di molti altri quotidiani e mi sono ritrovata a leggere la stessa notizia, come se fosse l’avvenimento più importante della giornata, degno di chissà quale attenzione. Soltanto La stampa, va detto, lo ha posizionato fin da subito un po’ più in basso, dando priorità alla tragedia dell’aereo caduto in Colombia con 81 persone a bordo.
Chi mi segue sa che poche volte mi sono occupata di notizie di cronaca, perché in genere prediligo riflettere sui grandi temi sociali o scrivere di letteratura e, ultimamente per motivi personali, ho anche ridotto l’attività di questo blog, ma questa mattina, l’ennesima, inutile e irritante notizia su Lapo Elkann mi ha fatto venire uno strano prurito al cervello e le mani hanno cominciato irrefrenabilmente a scrivere il post che state leggendo.
Lapo Elkann, dicevamo. Perché mai deve finire in prima pagina uno degli esempi meno edificanti che la nostra società ha prodotto negli ultimi anni? Certo è un membro della famiglia Agnelli, è il fratello di John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles, è un uomo (qualcuno si ostina a chiamarlo ragazzo ma a quasi quarant’anni sarebbe ora di passarlo di categoria) di successo e di grande creatività, è un personaggio pubblico, ma davvero ci deve interessare quello che fa della sua vita? Anche se solo per poche ore, il suo nome, almeno in Italia, circolerà sulla rete come se non ci fosse altro al mondo. Ci sono nomi di persone che salvano vite o che si dedicano con passione al loro lavoro ma che nessuno conosce. Nomi che nessuno digiterà mai su una tastiera per saperne di più.
Meno Lapo Elkan e più persone “vere” in prima pagina
Lo stesso Corriere della Sera qualche giorno fa ha pubblicato un post dedicato a Christian Greco, una notizia che non ha mai ricevuto gli onori della prima pagina e che presto è finita in fondo al sito. Chi è Christian Greco? Il direttore del Museo Egizio di Torino, un professore classe 1975 che racconta la fatica fatta per mantenersi agli studi (appena ventenne in Olanda faceva il portiere di notte e la mattina frequentava le lezioni in Università) e il difficile percorso per ottenere un ruolo gratificante come quello che oggi ricopre. Una di quelle storie di determinazione, sacrificio ed eccellenza di fronte alle quali viene indubitabilmente voglia di dire “chapeau!”
Sia chiaro che io non conosco personalmente né Lapo Elkann, né Christian Greco e soprattutto che ritengo che ognuno sia libero di vivere e la propria vita come meglio crede, almeno finché non lede i diritti altrui.
Quello che, come persona che da anni si occupa di comunicazione, fatico ogni giorno di più a capire, è come si possa spettacolizzare a tal punto la devianza, darle rilievo per convincerci che ciò che fanno i famosi o i presunti tali, meriti visibilità sempre e comunque. Quello che combina Lapo Elkann con i suoi amici travestiti è affare suo, la sua trasgressività è come le giacche che indossa, colora le cronache, niente di più.
In una società in crisi come quella attuale, con una conflittualità esasperata e un pessimismo diffuso, una società carente di modelli e di sogni da perseguire, abbiamo bisogno di trovare in prima pagina notizie edificanti, esempi costruttivi portatori di idee e di speranza.
Ben vengano allora i profili di persone “normali” che fanno cose straordinarie, mettiamone almeno uno ogni giorno in evidenza, perché quelli dei Vip che vivono su isole deserte, nelle case del Grande Fratello o negli attici di Manhattan, imbottiti di cocaina, non se ne può davvero più.
Foto di copertina tratta dal sito de “Il Giornale“
sono d’accordissimo. Non posso tuttavia che dispiacermi per lui perchè non è il solo a condurre quel tipo di vita. Ci sono i “famosi” insospettabili che fanno parte della nostra vita e con giacche meno colorate e portafogli meno pieni fanno le stesse cose. Lui alla fine è uno spaccato di una certa “società”, una società che vive sotto soglia, che vive di notte dando sfogo a ciò che è veramente. E di giorno porta la maschera.
Forse è per questo che la notizia è stata pubblicata. Perchè viene letta. Perchè chi vive sotto soglia sa di essere meno solo e chi vive senza maschere non sa chi le indossa. Ma sa che le maschere esistono. Ed è curioso di capire almeno cosa (non chi) c’è sotto.
E poi è catartico sapere che c’è chi fa cose peggiori delle nostre.
PS: mi spiace che tu ti sia fermata per “ragioni personali”. Spero nulla di grave
Cara Elisa, dici cose sagge. Io mi accontenterei di non vedere queste notizie in prima pagina, ma lo so, chiedo troppo…
Grazie per il tuo commento e no, non ti preoccupare, niente di grave, solo complicazioni della vita, comuni a noi mortali che non finiamo in prima pagina. Un abbraccio.
Non amo il pugilato ma c’è un’espressione che è entrata nella terminologia comune che deriva proprio da quella disciplina “sfiancare” e già un pugile picchia incessantemente ai fianchi per sfinire il suo avversario e metterlo al tappeto, io credo che ognuno di noi consapevole che non se ne puo più di queste figure belloccie, famose e stereotipate debba contribuire a fare gioco di squadra sfiancando coloro che poi finendo al tappeto imparino per sempre la lezione,, mi riferisco a quella categoria genuina, sincera, priva di pregiudizi e preconcetti ancora in grado di essere formata ed educata…i BAMBINI, se riusciamo a lavorare costantemente, incessantemente al loro fianco insegnando loro modelli fatti di cultura , conoscenza ed umiltà, insistendo fino a rendere naturale il tutto, forse in un prossimo futuro non parleremo più di Lapo o top model anoressiche ma dei meriti di chi avrà contribuito a rendere migliore questo ormai miserabile universo che ci circonda. Quindi lavoriamo instancabilmente affinchè nuove generazioni siano veramente rinascimentali non nelle teconologie ma nella profondità del pensiero.
Buon lavoro Patrizia, ma soprattutto buon lavoro a tutti noi nel nostro piccolo che vorremmo fare della cultura/lettura il sovrano conduttore delle nostre vite.
Gennaro
Grazie Gennaro,
speriamo che le tue parole si avverino. Intanto, come dici tu, continuiamo a lavorare. Di certo libri e cultura saranno sempre i nostri migliori alleati. Buona serata e… buone letture.
Giustissimo quello che dici. Chi se ne frega. Per la cronaca: La Stampa non è stato l’unico quotidiano a mettere la notizia in secondo piano. Avvenire l’ha pubblicata solo in undicesima pagina il 30 novembre.
Buon lavoro.
Fulvio Colombo
Grazie per il tuo commento e per l’informazione: un applauso per Avvenire!
Buon lavoro anche a te.