I giovani talenti che non vanno mai in prima pagina
Vi è mai capitato di pensare che il nostro mondo giri al contrario? Io credo di sì, forse perché a me accade spesso. In prima pagina sui media compaiono notizie di cronaca, politica o economia, che riguardano atti brutali, omicidi, furti, truffe, inefficienze, corruzioni e chi più ne ha più ne metta.
Perché si parli di fatti positivi occorre che siano realmente straordinari, come una scoperta scientifica, oppure estremamente inconsueti. Per mettere in copertina uno scrittore, un medico, uno scienziato, un imprenditore, un attore o uno sportivo, il requisito della fama, meglio se internazionale, è d’obbligo. E spesso, anche per queste persone, l’oblio è in agguanto, almeno fino al giorno in cui non passano a miglior vita e i giornali sbandierano i loro coccodrilli (per chi non è del mestiere il coccodrillo è il termine giornalistico che indica un articolo commemorativo già pronto da usare in caso di scomparsa di un personaggio pubblico).
La vita di ogni giorno, tuttavia, ci mette spesso in contatto con il talento, la bellezza, la positività. Ma nessuno o quasi si prende la briga di raccontarli. Tutti noi abbiamo amici o conoscenti che si prodigano per fare bene il loro lavoro, seguire una passione o realizzare i loro sogni. C’è chi scrive cose intelligenti su un blog, chi apre un negozio, chi recita in una compagnia teatrale, chi cura bambini malati, chi li fa divertire, chi fonda un’impresa che dà lavoro a decine o a centinaia di famiglie e potremmo continuare all’infinito. In un mondo in cui conta solo il risultato, che deve essere straordinario e ottenuto a qualsiasi costo, perdiamo spesso di vista il talento, l’impegno, la dedizione di tante persone che fanno piccole, grandi cose.
Giovani talenti sul palco
Di recente ho avuto modo di essere tra il pubblico di uno spettacolo teatrale che ha scatenato questa mia riflessione. Sono stata invitata da Mariarosaria Caracciolo di Torchiarolo, nota agente di giovani attori italiani, ad assistere a uno degli show di fine anno della sua Caracciolo Musical School, accademia con sede a Salerno e Roma, che forma giovani talenti grazie al lavoro di numerosi docenti di prestigio, guidati dal direttore artistico Giò Di Tonno, interprete di musical di grande successo come Notre Dame de Paris.
Lo spettacolo, dedicato alle colonne sonore dei grandi film di Hollywood, andato in scena al teatro Manzoni di Roma, ha visto una ventina di ragazzini tra i 14 e i 18 anni ballare, cantare e recitare con una passione e una dedizione straordinari.
Dalla prima fila potevo vedere molto bene i volti di questi ragazzi che per ben tre lunghe ore non hanno lesinato energie e, con il sorriso sempre sulle labbra, hanno saputo riempire di magia il teatro.
Errori? Sì, forse qualcuno, come in ogni cosa abbia natura umana, qualche numero è senz’altro riuscito meglio degli altri, alcune voci hanno emozionato più di altre, ma quello che resta, quando il sipario si chiude e si accendono le luci, è la sensazione di aver assistito a qualcosa di grande: al futuro che nasce.
Ho provato lo stesso sentimento in diverse altre occasioni, non necessariamente legate al mondo dello spettacolo. Ragazzini premiati per un concorso di robotica, studenti eccellenti che vincono borse di studio per frequentare le Università più prestigiose del mondo, bambini e adolescenti che partecipano a competizioni sportive e non si arrendono fino all’ultimo minuto.
Sappiamo tutti che, purtroppo, molti di questi giovani talenti non realizzeranno i loro sogni. Pochi avranno il privilegio di guadagnarsi da vivere facendo ogni giorno ciò che più amano e meno ancora arriveranno ad avere l’onore di finire in prima pagina per i loro successi. Eppure tutti lo meriterebbero fin da adesso. Perché per stare su un palcoscenico, una pista, o in un aula magna senza sfigurare occorre allenarsi, studiare, sacrificare tempo libero.
Una società che mette costantemente in prima pagina le ambizioni di potere dei baby boss di periferia, le violenze di gruppo su ragazzine indifese o gli sballi di ricchi adolescenti annoiati, non aiuta i giovani talenti a crescere e a diventare adulti. I famosi “cervelli in fuga” della nostra amata e bistrattata Italia, sono un’altra conseguenza della stessa logica. Premiare il merito non va di moda, mentre la critica feroce, quasi mai costruttiva, e l’insulto greve spopolano.
In questo panorama non troppo edificante, eventi come quello a cui ho assistito fanno bene all’umore perché, nonostante tutto, ci ricordano che esiste una parte di gioventù che cresce inseguendo sogni virtuosi in un mondo in cui sognare è diventato quasi una colpa.
Davanti ai giovani talenti senza nome che dedicano ore e ore non a guardare quello che fanno gli altri su un canale youtube, ma a fare qualcosa che merita di essere guardato, non ho altre risorse che questo blog dal quale rivolgo loro, in qualsiasi parte del mondo si trovino, il mio applauso più caloroso, sperando che la mia standing ovation possa portare loro un po’ di fortuna.
Cara Patrizia,
condivido assolutamente la tua opinione e ti ringrazio perché mi fai riflettere sul particolare.
Questo panorama che tu descrivi tanto bene io posso provarlo sulla mia giovane figlia Milena L’Argentiere, cantante,
con propria e vera vocazione, molta cura, studio e dedizione.
Grazie del tuo commento, Norma.
Il mio più sentito “in bocca al lupo” per tua figlia. Spero di poterla applaudire presto.