Gli eventi del 2015 e la speranza del 2016. Stop al terrorismo.
Il 2015 finisce. Finalmente.
Qualcuno di sicuro sarà dispiaciuto, c’è sempre chi vive l’anno più bello della sua vita mentre altri toccano il fondo, fa parte del gioco dell’esistenza questa altalena di favolose impennate e terrificanti cadute.
Io sono felice che termini questo 2015 e non solo perché è stato il più infimo della mia esistenza (cosa che non giustificherebbe la stesura di un post dato che le vicissitudini personali non sono argomento di questo blog), ma perché il susseguirsi di violenze ed eventi nefasti a livello planetario ha sbriciolato l’ottimismo, le energie e la visione di futuro di tante, tantissime persone che conosco.
Il 2015 è stato un anno di lutti. Stragi di migranti in mare, terremoti in Nepal (uno con quasi 9 mila morti), alluvioni, femminicidi e crimini sparsi, ma soprattutto terrorismo.
Il 2015 è stato un anno di guerra. Dodici mesi di morti assurde volute da chi ha la testa imbottita di idiozie e la cintura di esplosivo.
Vogliamo fare un ripasso veloce e per nulla esaustivo delle meraviglie che ci ha regalato il fanatismo religioso nel 2015?
L’anno si apre con l’attentato dell’8 gennaio al giornale satirico Charlie Hebdo, (dodici i morti). Pochi giorni dopo i fondamentalisti di Boko Haram in Nigeria, causano oltre 20 vittime obbligando delle bambine di dieci anni a farsi saltare per aria in un mercato (e non chiamiamole kamikaze per l’amor di Dio, perché a dieci anni le bambine sono solo bambine).
Lo scorso marzo il Museo nazionale del Bardo di Tunisi diventa teatro dell’ennesimo macello: un attentato provoca la morte di 22 persone e il ferimento di altre 45.
Il 18 luglio esplode di una bomba in un mercato di Baghdad, in Iraq, che fa 115 vittime e numerosi feriti. Il 10 ottobre la marcia per la pace ad Ankara, in Turchia, viene sconvolta da una serie di esplosioni che uccidono oltre 90 persone e ne feriscono diverse centinaia.
Il 31 ottobre un airbus russo partito da Sharm el-Sheikh con 224 persone a bordo precipita nel Sinai come probabile conseguenza di una bomba nascosta a bordo da esponenti dell’Isis.
Lo scorso 13 novembre i terroristi prendono d’assalto Parigi e falciano 130 vite, ferendone altre 300. La ville lumiére, per una notte, diventa ostaggio dell’oscurantismo religioso.
L’elenco termina qui, ma potrebbe essere molto più esteso perché i crimini del terrorismo nel 2015 sono stati innumerevoli. Quello che non termina è il pericolo, la sensazione di insicurezza, il disagio che proviamo ogni volta che mettiamo piede in una stazione, in un aeroporto o in un centro commerciale.
Sappiamo tutti che le date sono solo convenzioni ed è illusorio pensare che la notte tra il 31 dicembre 2015 e il primo gennaio 2016 possa realmente cambiare qualcosa, ma l’illusione è il carburante di molte nostre azioni, ed ecco perché con il nuovo anno ci riempiamo la mente e la bocca di buoni propositi e rifiutiamo di farci aggredire dallo scoraggiamento, dall’ansia, dalla paura.
Il 2015 è stato un anno di dolore. È vero. Le ferite sono ancora aperte e per molte famiglie non si rimargineranno mai.
Eppure, fra poche ore, saluteremo l’alba di un nuovo anno, perché il mondo continuerà a girare (sempre che la razza umana prima o poi non lo disintegri con la sua stupidità) ed è su questo mondo che, volenti o nolenti, noi dobbiamo stare.
E allora, anche se avete vissuto uno dei peggiori anni della vostra vita, in questo 2016 che sta per iniziare, cercate un motivo per ricominciare, perché sicuramente lo scorso anno, in mezzo a tanta bruttura, qualcosa di buono è accaduto, nel mondo come nelle nostre modeste vite.
Di certo siete stati testimoni di piccoli gesti di solidarietà o avete incontrato persone positive, capaci con un sorriso di portare serenità intorno a loro, forse avete assistito alla felicità di un amico a cui è accaduto qualcosa di bello, avete conosciuto un collega nuovo con cui potrebbe nascere un’amicizia sincera, oppure avete letto un libro che vi ha emozionato come mai prima.
Il 2015 è stato anche questo: il quotidiano scorrere del tempo che mette sulla nostra strada situazioni apparentemente insignificanti, ma che possono mettere radici e far sbocciare i famosi fiori, che forse un giorno fioriranno.
Poi ci sono le buone notizie che qualche volta, poche a dire la verità, ci regalano i media. Ne ho scelta una perché mi fa pensare al futuro con speranza.
Meno di un mese fa il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha annunciato di voler donare il 99% delle sue azioni per far sì che la figlia appena nata possa vivere in un mondo migliore (non parlo della bufala che circola in queste ore sulla donazione agli utenti di Facebook). Non conosco i dettagli dell’annuncio che, probabilmente, conterrà note a margine vantaggiose per il giovane imprenditore (si fatica sempre a credere alla bontà incondizionata), ma so che, se lo farà davvero, qualche bambino destinato alla povertà e all’ignoranza riuscirà ad avere gli strumenti per non farsi imbottire il cervello di ideologie deviate e pregiudizi. E ogni bambino strappato a un destino di odio e violenza sarà un successo contro il fanatismo che nutre tutti i tipi di terrorismo.Perché, purtroppo, è spesso vero che con la cultura non si mangia, ma di certo si vive. Senza terrore.
Buon 2016 a tutti.
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già..
spero anch’io in un futuro migliore per me ma anche per chi è più giovane di me. E lo spero egoisticamente. Perchè ogni bambino nato in un ambiente di odio e violenza e – aggiungo io – di ignoranza e di anaffettività non saprà che farsene nè della cultura nè dei sentimenti verso chicchessia.
I bambini e i giovani di oggi saranno gli adulti di domani. Se voltiamo loro le spalle, un giorno saranno lì a ricordarcelo.
Hanno fame e sete di amore e giustizia, di parole buone che sappiano dar loro la giusta attenzione. Perchè mai altrimenti sono stati concepiti e fatti nascere? Questo è ciò che a volte mi chiedo sentendo in TV o leggendo sui giornali (anche locali) le numerose vicende legate al bullismo, alla violenza gratuita tra compagni di classe, ai furti nei negozi (anche da parte di figli di persone ricche), ai danneggiamenti dei beni pubblici, alla svogliatezza a scuola (questa la vedo in prima persona), all’atteggiamento arrogante e provocatorio verso qualunque tipo di autorità, ecc…
Ci vorrebbe maggiore senso di responsabilità e di umanità da parte degli adulti (di oggi), in primis i genitori. Miglioreremmo anche il resto del mondo.
Impossibile non essere d’accordo. Tanti auguri. Ne abbiamo tutti bisogno.