80mg di Riccardo Pessione

pessione_flanericom-187x270Quando Sara Bauducco, addetta stampa di Miraggi edizioni, mi ha messo in mano il libro di Riccardo Pessione mi ha detto due cose: “80mg è una storia vera” e “preparati a pagine molto dure”.

Memore di questi avvertimenti, ho corazzato il cuore e mi sono messa a leggere il resoconto di “30 anni di vita da tossico”, come recita la quarta di copertina di 80mg (sigla che sta a indicare gli 80 milligrammi di Metadone che i tossicomani assumono per evitare di farsi di eroina), ma ammetto che nonostante fossi preparata a scendere negli abissi che la droga genera nella vita di chi ne fa uso, mai mi sarei aspettata di trovarmi di fronte a tanta atrocità.

80mg non è un romanzo, è un lungo e penoso viaggio nella terra degli orrori, un luogo in cui gli uomini perdono il diritto di essere chiamati tali, perché vivono in un costante stato di abbruttimento fisico e morale da renderli più simili a zombie che a esseri umani.

In 80mg Riccardo Pessione, attraverso il personaggio di  Gianni Cheni, detto JK, racconta la sua vita senza filtri e riempie pagine di descrizioni raccapriccianti, fatte di siringhe sporche e sanguinolente, corpi martoriati, ferite suppuranti, omicidi a colpi di machete e amplessi violenti, il tutto con un linguaggio brutale, che nulla lascia all’immaginazione.

Si fa fatica a leggere 80mg, eppure non si può smettere di “macinare” pagine. Dopo i primi capitoli, la volgarità del linguaggio, le minuziose descrizioni della preparazione dei “buchi” quotidiani (spesso un po’ troppo pedanti), delle crisi di astinenza e dello stato di alienazione provocato da ogni tipo di droga, diventano puro contorno. Perché il lettore, benché nauseato, vuole sapere che cosa sarà di JK, alias Riccardo Pessione, ed è disposto a sopportare ogni nefandezza nella speranza di saperlo disintossicato, sano e possibilmente scrittore felice. Questo perché anche nelle pagine più nere e ripugnanti di 80mg si intravede il riflesso dell’unico sentimento capace di cambiare  il corso di una vita: l’amore. Può il cuore vincere la battaglia contro l’eroina che annienta il cervello?

I finali non si svelano, ma c’è un messaggio importante che l’autore lancia ai lettori più giovani e che vale la pena di copiare e diffondere:

Quando iniziai con l’Ero ero un pischello di sedici anni ancora da compiere. C’era, e credo ci sia ancora, un’assortita gamma di leggende e una fascinazione deviata quanto ignorante che avvolgeva il mondo della droga e dei drogati. L’inizio degli anni Ottanta. Una mitologia, una religione con i suoi rituali:Drogato uguale Figo; Drogato uguale Musicista; Drogato uguale Trasgressivo, in contrapposizione a Diverso, Sfigato… Tutte palle. Palle che hanno fatto sì che gente piena di capacità e di talento, giovani che avevano una marcia in più, qualcosa di mistico a volte, o solo una luce diversa, uno sguardo più profondo, non saprei, si sono fatti tanto di quel male che chi non è morto (tanti sono morti…) è diventato uno storpio, un menomato. Tutti quanti finiti male.

  • Titolo: 80mg
  • Autore: Riccardo Pessione
  • Editore: Miraggi edizioni
  • Pagine: 315
  • Prezzo: 14,90€
  • Voto: senza voto (un libro da leggere come un diario non come un romanzo)

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1 Comment

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    Caterina zappacenere Luglio 03, 2017

    Ho letto questo libro per la prima volta circa 2 anni fa, da allora circa ogni mese lo devo riprendere in mano e rileggerlo. Ogni volta scopro qualcosa in più che non avevo notato quella precedente. Mi ha toccato il cuore come pochi altri libri sull’ argomento, è in grado di farti sentire sulla pelle le stesse emozioni che prova il protagonista. E nonostante speri in un lieto fine, capisci che come nella vita reale, il lieto fine non arriverà, e che potrai solo continuare a lottare, e combattere contro i tuoi demoni. Un capolavoro moderno, diverso da tutto il resto. Lo consiglio vivamente, a chi ha passato vicende del genere, sia a chi ne è estraneo, perché può insegnare molto. Complimenti vivissimi allo scrittore.

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