Le porte in faccia degli scrittori di successo
Il pubblico applaude lo scrittore famoso alla presentazione del suo ultimo romanzo. Al termine tutti si mettono in fila per farsi autografare una copia del libro appena acquistato. Scene viste decine di volte. Lettori felici, autore ancora di più. Eppure, per arrivare al giorno in cui tutte le porte si spalancano al loro passaggio, molti, moltissimi scrittori, di porte ne hanno dovute prendere prima tante in faccia. A volte bussare non basta. Bisogna proprio prenderle a calci queste benedette porte che non si vogliono aprire.
Gli aneddoti sui romanzi pluririfiutati e diventati poi best seller sono davvero molti. Ne ho raccolti alcuni per sorridere un po’ sulle cantonate delle case editrici (che ricordiamo sono fatte di persone che come tali hanno il diritto di sbagliare), ma anche come esercizio automotivazionale, perché come diceva Walt Disney: “se puoi sognarlo, puoi farlo”.
Partiamo dai casi più recenti.
Kathryn Stocket è un’autrice americana il cui romanzo, “The Help”, è uscito nel 2009 diventando un best seller pubblicato in 35 paesi e poi anche un film di successo. In Italia il romanzo, che tratta di discriminazione razziale e di emancipazione femminile negli Usa degli anni sessanta è edito da Mondadori. In un’intervista per un sito americano la scrittrice racconta che per due anni ha cercato senza successo di trovare un agente e ha ricevuto più di 60 lettere di rifiuto.
In Spagna Ildelfonso Falcones, autore de La cattedrale del mare, romanzo uscito per la prima volta nel 2006 e che ha venduto 4 milioni di copie in 40 paesi, racconta in un’intervista le sue vicissitudini:
“Lo inviai a tutti gli editori e fui sempre ignorato o rifiutato. Ricevetti molte lettere con ‘non rientra nella nostra linea editoriale’ oppure ‘non ci sembra adeguato’. Lo stimolo a continuare a provarci lo devo alla mia agente Sandra Bruna. Mi chiedevo a quel tempo: Come può essere che da un lato mi dicano che il romanzo è ottimo e dall’altro ottenga solo rifiuti?”
Più fortunato, ma non esente da commenti errati, lo scrittore Carlos Ruiz Zafón, attualmente in libreria in Italia con Il prigioniero del Cielo (Mondadori) che poco prima di esordire con il più famoso dei suoi romanzi, “L’ombra del vento” (8 milioni di copie vendute nel mondo) si sentì dire da gente del settore editoriale, come racconta egli stesso in un’intervista alla radio Cadena Ser, che non avrebbe venduto più di tre copie perché la sua era una storia anticommerciale.
Tra gli scrittori di casa nostra un caso eclatante è quello di Antonio Pennacchi il quale è solito raccontare i 56 rifiuti da 33 editori diversi ricevuti da Mammut, il suo primo romanzo. La disparità tra i numeri dipende dal fatto che dopo aver ricevuto una lettera di rifiuto Pennacchi non si dava per vinto e rimandava il manoscritto con un titolo diverso. La pubblicazione arrivò solo nel 1994 dopo anni di tentativi andati a vuoto.
Sembra incredibile, ma persino Joanne Rowling, oggi una delle scrittrici più ricche del mondo con un patrimonio di circa 840 milioni di euro, ha dovuto sopportare anni di indigenza prima di portare al successo planetario il suo Harry Potter. Senza lavoro, la Rowling viveva del sussidio statale a Edimburgo e faticava a pagarsi le fotocopie del manoscritto da inviare agli editori. Collezionò ben otto rifiuti prima di trovare una casa editrice disposta a pubblicare il suo romanzo.
Tra gli autori famosi del passato si trovano casi paradossali come quello di Herman Melville a cui fu negata la pubblicazione di Moby Dick per essere ” un romanzo non adatto al mercato giovanile”. Diciotto invece furono gli editori che rimandarono al mittente negli Stati Uniti Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach (2 milioni di copie vendute).
Persino Cent’anni di solitudine del premio Nobel Gabriel Garcia Marquez fu rifiutato seccamente dalla Seix Barral di Barcellona. Il proprietario della casa editrice, Carlos Barral, ammise di aver passato metà della sua vita pentendosi per quel rifiuto (e non si fa fatica a crederci).
Altri nomi noti? Frederick Forsyth prima di vendere 10 milioni di copie con Il giorno dello sciacallo ricevette dalla W.H. Allen&Company una lettera che etichettava il suo libro come “non interessante”. John Grisham, invece, ebbe 16 rifiuti al suo primo manoscritto Il momento di uccidere.
La lista potrebbe protrarsi per molte pagine ancora ma la morale è già chiara: se il vostro sogno è pubblicare un romanzo non arrendetevi come non si sono arresi i grandi scrittori del presente e del passato. Se c’è una cosa che ho capito è che qualsiasi sia il nostro obiettivo, l’unico modo per essere certi di fallire è smettere di provarci.
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“….L’Unico modo per essere certi di fallire è smettere di provarci!”
Bisognerebbe fare le magliette, appendere il post.it gigante al frigorifero, inquadrettarlo in camera da letto cos’ lo si legge prima di addormentarsi e ripeterlo come un Mantra quando siamo depressi!!
Grandiosa Patrizia!
si non bisogna mai smettere di sognare
Bello Patrizia! Proprio il genere di contro-esempi che servono alle persone nei momenti di difficoltà, per resistere e portare avanti il loro sogno! 🙂
Molto bello e molto vero l’articolo. E l’esempio lo si può riferire a qualsiasi evenienza della vita. Ma alla fine è tutta questione di carattere. Se si possiede un carattere forte e si crede sempre in sè stessi si arriva da qualche parte; ma se si è fragili e indifesi una porta in faccia può cambiare il verso di tutta una vita. Però la frase di esortazione e incoraggiamento è davvero da stampare nella mente e tenere presente lungo il tragitto della vita per non perdere prima ancora di cominciare.
Grazie per il tuo bel commento. Hai ragione quando dici che molto dipende dal carattere. Persino chi è forte può avere un cedimento ed essere tentato dalla resa. I più fortunati talvolta trovano in una persona cara l’appoggio di cui hanno bisogno per non abbandonare. Se la mia frase aiutasse anche una sola persona a non rinunciare a propri sogni ne sarei felice.
si bella la frase e bella l’idea di fare delle magliette con la scritta. saluti Lucrezia
Be’, che dire, una bellissima boccata d’ossigeno per chi, come me, va avanti imperterrito a proporre i suoi scritti. Grazie e complimenti!
Accidenti che bella compagnia 😉
E’ vero siamo in buona compagnia. Ogni volta che qualcuno rifiuta un mio manoscritto è duro incassare e metabolizzare il “colpo” ma sarebbe un errore farsi stendere. Il problema è trovare, ogni volta, energia nuova… loro mirano a stancarci. Buona perseveranza a tutti.
Ma, nel mio libro che ho publicato anni fa, la frase centrale è: “L’uccello che desidera volare oltre la soglia della tradizione deve avere ali molto forti” questa è la mia filosofia di vita.
A me è piaciuta tantissimo la frase di W. Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo. Aggiungiamoci però che, come dico e scrivo dappertutto, per far avverare i sogni, ad un certo punto bisogna svegliarsi.
Una bellissima raccolta di aneddoti fra rifiuti e successi vissuti da vari autori. Al di la del successo postumo di tutti questi grandi romanzieri, credo che vi sia uno squisito gusto di vendetta nei confronti di quegli editori così superficiali nel valutare un manoscritto. Mi sento di aggiungere anche Stephen King all’elenco per il quale ho dedicato molta ricerca in ambito stilistico. Personalmente mi dedico ad un genere diverso, tuttavia, spero, anzi ne sono certo, farò tesoro dei vari rifiuti che collezionerò, ma il piatto freddo per il momento, può aspettare. Al momento giusto arriverà e mi auguro che sia il più indigesto possibile per molti editori ciechi.
TED.
Complimenti per questo suo blog, Dr. Patrizia.
Sono certa che con questo atteggiamento positivo andrà lontano. In bocca al lupo e grazie per i complimenti.
Salve Patrizia,
ci siamo appena incontrati su FB relativamente alla Libreria di Londra (mio padre era di Beaconsfield). Ogni libreria che chiude è un colpo inferto a chi scrive e uno ancora più subdolo per chi legge. Un giorno, quando avrò l’età giusta, vorrei aprire la mia abitazione privata ad un circolo di ospite per poter dedicare qualche ora a leggere. Diciamo una sorta di biblioteca privata, magari con tè e caffè gratis. So di non essere originale con questa iniziativa, ma senza dubbio, sento che è positiva. Ma a parte questo, ogni volta che digito il mio nome su Google c’è sempre un riferimento a “Le porte in faccia agli Scrittori”, quindi sono stato indicizzato su questo blog! Ne sono felice! Per non parlare di questo periodo di elezioni in USA con Ted Cruz: stando alle statistiche, come due Jolly in un mazzo di carte, usciamo nell’elenco io come scrittore e Ted Braun (il regista del Darfur!) Quanto notorietà in così poco tempo! ahah! Un caro saluto, Patrizia e complimenti ancora per il blog che seguo spesso!
Caro Ted, non sapevo di questa notorietà grazie a quel vecchio post! Gli algoritmi di Google per me sono sempre un mistero, però sono felicissima di conoscere i tuoi progetti a favore della lettura e di sapere che segui il mio blog. Grazie mille per le tue belle parole e complimenti per il tuo italiano che non so se è nativo o hai avuto modo di studiare. A presto e in bocca al lupo per le belle iniziative che vuoi realizzare.
Nei momenti di sconforto, quando il cellulare non squilla, la casella di posta elettronica e’ vuota, quell’affare che forse ci avrebbe potuto far svoltare o salvare il mese va in fumo…..LEGGERE QUESTE TESTIMONIANZE E’ DI GRANDE AIUTO.
Un grazie a chi le ha scritte
Francis
Un’aspirante forse un giorno scrittore……
Carissimo Francis,
Si chiama Patrizia colei che ci offre questo spazio e che scrive argomenti che suscitano interesse e speranza. Replico a distanza di due mesi citando un Grande. Si chiama Dino Buzzati. Esordiva in una prefazione su Tarzan di E.R. Burroughs cosí: ” Gli amici mi danno spesso dello scemo perché leggo Topolino.” A me lo hanno dato (dello scemo) perché abbracciavo i fusti di albero secolare. Non ci sono spiegazione da dare. Se lo fai capisci. E avrai risposta a domande che non ti sei mai posto. È facile e non costa niente. Se qualcuno ti vede al massimo penserà che sei scemo. Ma io, tè e pochi altri sappiamo che non è vero.
“Le porte in faccia agli editori che ti cercano”.
Questo potrebbe essere il titolo in contro tendenza al quale ho pensato. Avete idea a cosa si prova a dire di no ad un editore? Judith Krantz, che scrisse Scrupoli, direbbe che è meglio del sesso, in quanto a soddisfazione. Forse non mi sento ancora pronto per un’affermazione del genere… ma poco ci manca! Cosa è un editore dopo tutto? A mio avviso assomiglia ad un gallerista che mette in mostra le opere d’arte di un artista. Se decide di pubblicarti, a priori sa, che il rischio di un fallimento editoriale è assai lontano: il tuo libro ha superato una serie di test prima di raggiungere la tipografia. Alla fine, il guadagno è tutto di chi sta dall’altra parte della scrivania, considerando la percentuale devoluta allo scrittore in termini di ricavo. Detto questo, se un autore crede in se stesso e in quello che scrive, a prescindere dal genere, non si vergognandosi di essere considerato uno scrittore commerciale (brutta parola vero?), il gioco è fatto. Ed è quello che è successo a me. Ho deciso di essere indipendente fino in fondo. Non hai contratti e scadenze da rispettare (come di norma è previsto), decidi tu il prezzo del tuo manoscritto con la facoltà di scegliere cartaceo o E-book o entrambe. Crediateci o meno, sta funzionando e lo si può constatare mensilmente dando un’occhiata al conto in banca. Inoltre, sorprese delle sorprese: vendo molto di più all’estero che in Italia! (ma forse non è poi una sorpresa…). In casi come questi ricevi delle insolite mail da case editrici che ti hanno precedentemente rifiutato, in quanto il tuo genere non era congruo alla loro linea editoriale. Ma guarda? E aggiungono anche che: se sulla copertina comparisse il nome di un editore prestigioso, certamente le vendite aumenterebbero notevolmente. C’è stato un periodo durante il quale sognavo ad occhi aperti di poter vedere alcune mie pubblicazioni sugli scaffali delle librerie: e quale scrittore non lo sogna? Adesso, è cambiata totalmente la visione d’insieme. Francamente non me ne importa nulla di essere in un centinaio di librerie in Italia dove i romanzi fanno a botte per comparire in prima fila! I tempi sono cambiati, le nuove vetrine sono sullo schermo del computer e sui telefoni. Chissà se gli editori lo hanno capito? Quindi, amici scrittori, stimati colleghi, rimboccatevi le maniche e rincarate il vostro orgoglio: dimenticate di andare a mendicare agli editori qualsiasi proposta, la verità è che della torta, voi mangiate gli avanzi!
A tutti, un “in bocca al lupo!” (Viva il lupo!)
Affettuosamente Ted.
Opss! Dimenticavo… un affettuoso saluto a Patrizia!
Grazie Ted, del saluto e soprattutto della tua interessantissima testimonianza. In bocca al lupo!