Volfango dipinto di blu di Elvio Calderoni
La trama (così come la racconta il risvolto di copertina)
Volfango, 18 anni, è scomparso. Gli amici hanno messo al suo posto, dietro il banco, un macabro pupazzo di cartapesta, dipinto di blu. Per nutrire l’illusione che sia ancora con loro, in classe. Volfango, “che non c’è più”, pervade la vita degli altri con le sue immagini, con il suo fantoccio. La sorella Giovanna, annullata dal dolore. I compagni di scuola e gli amici della band. Antonio e Piergiorgio, che partono per non tornare più indietro, e si scambiano le esistenze, per riconquistarne il senso. E poi Hanna, la sua insegnante di tedesco, con le sue passioni malate e il delirio di guidare un gruppo di terroristi fuori tempo – cattiva maestra e mela avvelenata, sensuale esca del male. Il romanzo incalza e provoca il lettore come un thriller, coinvolgendolo nel suo gioco destabilizzante di intrecci e colpi di scena nella duplice ambientazione tra Cagliari e Bologna: una sorprendente spirale che inghiotte vite disallineate, a cui Calderoni ci aveva già abituati nel primo romanzo, “lasciamisenzafiato”. Ma la verità preme e si rivela proprio dalle reciproche falsità, restituendo ai protagonisti qualcosa che sembrava perduto, la possibilità dell’amore, di una vita normale. Il veleno, tuttavia, resta in circolo…
La recensione
Chiamarsi Volfango è già di per sé un fatto originale, essere il protagonista (assente) di un romanzo in cui al proprio posto compare un pupazzo con le stesse sembianze, e pure dipinto di blu, rende estrema l’originalità.
Ed è proprio la peculiarità dei personaggi uno dei punti di forza del romanzo di Elvio Calderoni, uno scrittore dallo stile ipnotico, che ti obbliga a proseguire la lettura attraverso un’ardita trama fatta di incontri casuali, coincidenze più o meno verosimili, scambi di persona, lettere e telefonate giunte sempre un istante troppo tardi.
Il romanzo è ben strutturato, i dialoghi efficaci, i colpi di scena dosati sapientemente e, nonostante qualche forzatura sui casi della vita (tollerati perché sappiamo che a volte la realtà può superare la fantasia), si legge con interesse e con una sottile angoscia, la stessa che vivono tutti gli attori che Calderoni fa muovere sul suo palcoscenico.
Volfango dipinto di blu è un romanzo di tormenti interiori che non lascia tranquillo il lettore, al contrario, lo obbliga a un’attenzione continua per non confondere i personaggi, per non perdere il filo che li lega tra loro, per scoprirne la vera natura. E anche quando si arriva all’ultima pagina resta qualche dubbio su alcuni di loro. Avrò davvero capito che rapporto c’era tra queste persone? Ti chiedi. Non che l’autore non sappia trasmettere il flusso dei sentimenti che si agitano nei cuori delle sue creature, ma si tratta sempre di emozioni dal suono metallico, vibrano senza mai fare troppo rumore.
La musica, invece, è la regina delle pagine e suona a tutto volume. La cultura dell’autore in materia si percepisce sin dall’inizio ed è un plus che si apprezza, come si apprezzano le varie poesie citate. Insomma, un bel romanzo.
Una nota di merito va alla copertina della collana Golem, di cui questo libro fa parte. La sovracorperta in carta da pacchi con un foro attraverso il quale si intravede il colore della copertina reale, in cartoncino, è un’idea divertente, semplice e originale allo stesso tempo. Complimenti a chi l’ha avuta.
Titolo: Volfango dipinto di Blu
Autore: Elvio Calderoni
Editore: Miraggi edizioni
Prezzo: 13.90 €
Voto: 7 1/2