Twitter, tra libri e filosofia. La cultura è sempre più social.
Twitter è un appartamento con tante stanze. Ognuno è libero di entrare e uscire, ma la norma è che ognuno preferisca occupare le zone in cui si sente più a suo agio. I ragazzini affollano le loro timeline di musica e idoli del cinema, gli imprenditori di nuove tecnologie e convegni futuristici, i socialmente impegnati discutono (anche troppo animatamente) di politica, le case editrici promuovo i loro libri e poi ci sono gli amanti di arte e letteratura, gli appassionati di filosofia e i poeti del nuovo millennio che lanciano hashtag culturali a tutto spiano, molti, forse troppi, basati sulla ricerca di citazioni di scrittori più o meno noti, che hanno però il limite di essere spesso ripetitivi. Su Internet, infatti, abbondano i siti di aforismi da cui molti lettori attingono per twittare la loro citazione. Si finisce così per trovare interminabili elenchi di frasi riproposte in ogni contesto. I latini, tuttavia, dicevano repetita iuvant. E la cultura, di questi tempi, ha bisogno di farsi sentire.
Ecco una panoramica su ciò che accade in rete.
@Casalettori @Twletteratura e @Stoleggendo
Tra i fenomeni più apprezzati dai frequentatori del social a 140 caratteri c’è l’account sono l’account @CasaLettori, gestito da Maria Anna Patti, appassionata lettrice siciliana, che in meno di dodici mesi è riuscita nell’impresa di riunire oltre 20 mila follower fedeli ai molteplici hashtag letterari lanciati con frequenza quotidiana.
L’idea è semplice: parlare di libri invitando i lettori a citare le frasi dei loro autori preferiti, tutte accomunate dall’hashtag del giorno. L’obiettivo è il piacere di fare comunità e diffondere belle parole e soprattutto bei libri. Può sembrare poco, ma in tempi in cui in rete va di moda l’insulto, è un’iniziativa incoraggiante che coinvolge i lettori, in genere senza voce, e che cerca con grande passione di diffondere l’amore per i libri e la lettura.
@CasaLettori, che riesce spesso a far entrare i suoi hashtag letterari nelle tendenze di Twitter, è cresciuta grazie alla grande capacità di coinvolgimento della sua creatrice e alla collaborazione frequente con altri account di prestigio come @Twletteratura, una comunità di lettori che si propone di leggere e interpretare le grandi opere della letteratura attraverso i tweet degli utenti. Da Pavese a Pasolini, passando per Calvino, Rodari o Lussu, sono tante le opere “riscritte” a colpi di 140 caratteri.
Altro account con oltre 10 mila follower già balzato agli occhi dei media è @Stoleggendo, ideato dal giornalista messinese Francesco Musolino (@fmusolino)
@Stoleggendo è un progetto di lettura no-profit, molto simile nello scopo a quello di @Casalettori, ma con una peculiarità che lo rende unico: ogni due o tre giorni un giornalista, scrittore, editor o libraio prende il comando dell’account come #rederguest (ho avuto il piacere di rivestire il ruolo agli esordi dell’iniziativa e ne ho scritto qui) e decide cosa e quando twittare, spaziando attraverso ogni genere letterario.
Grazie alle differenze tra gli ospiti che pilotano l’account, i percorsi de lettura sono piuttosto eterogenei. Il successo dell’operazione @Stoleggendo si deve, oltre alla qualità dei #readerguest coinvolti, anche alla capacità di Francesco Musolino di creare eventi ad hoc nella vita reale, in genere nel corso delle manifestazioni letterarie più importanti in Italia, in cui tutti i protagonisti si possono incontrare tra libri e bicchieri di spumante.
#Scritturebrevi
Ci sono anche hashtag gestiti da esperti che si propongono come veri e propri esperimenti linguistici.
È il caso di #scritturebrevi, creato da Francesca Chiusaroli (@FChiusaroli), docente di Linguistica generale e applicata all’Università di Macerata.
La definizione ufficiale, tratta dal sito Scritture Brevi, recita così: “L’etichetta “Scritture Brevi” è proposta come categoria concettuale e metalinguistica per la classificazione di forme grafiche come abbreviazioni, acronimi, sigle, punteggiatura, segni, icone, indici e simboli, elementi figurativi, espressioni testuali e codici visivi per i quali risulti dirimente il principio della “brevità” connesso al criterio dell’”economia”.
Applicato a Twitter, #scritturebrevi si declina in molteplici forme, alcune ingenue, altre molto più tecniche e complesse in funzione del tipo di partecipante. C’è chi si cimenta in brevi poesie e fiabe, chi gioca con i verbi (ultimamente imperversano gli #imperfetti di Daniele Bergesio alias @iguanadan), chi scompone e ricompone parole, chi gioca con proverbi, ossimori, palindromi e vocaboli polisemici. Un laboratorio istruttivo che ha permesso a molti frequentatori di Twitter di esprimersi, divertirsi e allo stesso tempo imparare.
#Zero15
Ultimo nato è l’hashtag #zero15 creato da Giulia Valdi (@giuliavaldi), professoressa di filosofia in un liceo di Civitavecchia che all’inizio di quest’anno ha proposto ai naviganti di twittare ogni giorno «un pensiero, una riflessione su quello che ci illumina, ci guida o semplicemente ci attrae, accompagnato da un’immagine ma anche no. Un tweet, e uno solo al dì, che esprima e rappresenti parte di noi proprio quel giorno lì».
Allo scopo è stato creato anche una pagina dedicata (@anno_zero15) che fa circolare i tweet degli utenti.
Giulia Valdi, che insegna anche tecniche di comunicazione, non è al suo primo progetto culturale in rete. In passato ha partecipato con due classi a diverse iniziative promosse da @Twitsofia_it, pagina ideata da Luna Orlando, editor non fiction di Utet (@LunaOrlandoG) e Armando Massarenti, noto filosofo e direttore del supplemento culturale Domenica de Il Sole 24 Ore (@Massarenti24) ed è una convinta sostenitrice dell’utilità di Twitter nella didattica e nella formazione personale:
Molti dei miei ragazzi hanno iniziato a leggere cose di cui hanno sentito parlare su Twitter. Devo dire che l’effetto calamita ha un potere maggiore in noi adulti e soprattutto in coloro che, pur con un po’ di anni addosso, seguono con entusiasmo il monito socratico di continuare a cercare. Fare cultura oggi penso sia condividere con altri cose belle, sollecitare riflessioni, arricchire il nostro sé.
Il progetto #zero15 , sebbene le istruzioni non indichino che i pensieri postati debbano appartenere a filosofi, poeti o scrittori, in queste prime settimane ha convogliato nell’hashtag decine di citazioni d’autore. Ancora una volta le opere dei maestri e il loro pensiero sono riusciti a trovare un canale su Twitter per farsi ascoltare. Mi rimane il dubbio, che gli utenti, così tanto impegnati alla “caccia alla citazione”, possano perdere una buona occasione per esprimere se stessi. A differenza degli account letterari che lanciano hashtag per definizione legati alle citazioni più famose, #zero15 mi era parso un buon modo per veicolare la creatività individuale (come fa già #scritturebrevi) sia in campo letterario che fotografico.
Alla questa obiezione Giulia Valdi risponde così:
Credo che molti di noi ritrovino parti di sé nella parole espresse magnificamente da qualcun altro, così come in immagini precise e non in altre. Sta poi a chi legge cercare il senso che viene lì espresso.
A chi non bazzica Twitter di certo i progetti elencati possono apparire un bizzarro modo di passare il tempo. Eppure, iniziative di questo tipo richiamano migliaia di persone e sono utili a dar voce ai protagonisti del mondo culturale del passato e del presente.
Che su Twitter si possa fare cultura è ormai accertato. Basti pensare che il 10 luglio dello scorso anno la rete visse la notte bianca della cultura digitale che, grazie a un’idea dell’attivissimo blogger sardo @insopportabile e all’organizzazione del team Invasioni Digitali (@invasioniDigita), coinvolse librerie, biblioteche, musei e migliaia di utenti disposti a twittare le eccellenze artistiche del nostro Paese fino all’alba.
La cultura in rete, come abbiamo visto, ha mille canali. A questo scopo non mi stancherò mai di rilanciare gli appelli degli scrittori che hanno accettato di fare da testimonial della video-campagna #LeggerePerché con l‘obiettivo di di fare entrar i libri nella case degli italiani. Perché come ha detto pochi giorni fa il re di Spagna Felipe VI: “Un popolo colto fa grande una nazione”.
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