Resta con me di Elisabeth Strout
Elisabeth Strout per chi ha dimestichezza con la narrativa americana non rappresenta una novità. Pubblicata in Italia da Fazi Editore, dopo aver vinto il Pulitzer nel 2009 con “Olive Kitteridge”, l’anno successivo ha presentato nel nostro paese “Resta con me”, un romanzo che si fa leggere volentieri e lascia tracce di sé nell’animo del lettore ben oltre la pagina finale.
La trama non è di per sé di quelle che ti tengono sveglio fino a notte alta, ma la Strout ha una capacità tutta sua di fare in modo che il lettore si senta emotivamente coinvolto nella vicenda: da un lato lo conduce attraverso gli splendidi scenari naturali del Maine, terra di colori forti e inverni rigidissimi e dall’altro lo porta ad esplorare le pieghe più recondite dell’animo umano, comuni a tutte le genti di ogni tempo e nazione, che stanno alla base di molti contrasti e ostilità tra le persone.
Protagonista della storia, che si svolge negli anni ’50 del secolo scorso, è il reverendo protestante Tyler Caskey, uomo integerrimo e molto amato dagli abitanti della piccola comunità di West Annett, da poco rimasto vedovo di una donna di città, accettata a fatica dalla mentalità provinciale e bigotta della gente del luogo. Padre di due bambine, la più piccola temporaneamente affidata alla madre di lui, Caskey vive in un’isolata fattoria con la figlia più grande, Katherine, di cinque anni. Una bambina che dopo la morte della madre manifesta il disagio interiore attraverso comportamenti che, per la comunità, non si addicono alla figlia di un pastore. Poco a poco l’idilliaco rapporto che Tyler aveva con i fedeli comincia a deteriorarsi senza che l’uomo sappia porvi rimedio. Ogni gesto del reverendo viene interpretato secondo il codice del pettegolezzo che inventa o deforma la realtà e, tra una tazza di tè e una fetta di torta, le comari della cittadina arrivano a minare le sicurezze interiori del loro pastore, ormai incapace di scrivere anche un solo sermone.
Ce lo aveva già detto De Andrè che “una notizia un po’ originale non ha bisogno di nessun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca” ed anche che la gente “dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, quando non può più dare il cattivo esempio” ed è esattamente questo ciò che ci racconta la Strout. La volubilità dell’animo umano, la labilità dei confini tra il bene e il male, la facilità con cui le migliori intenzioni possono essere scambiate per ipocrisia o cattiveria, la debolezza di tutti noi quando siamo esposti al pubblico giudizio. Un panorama desolante di piccole meschinità, ripicche e maldicenze che tuttavia lascia una porta aperta all’amore, alla solidarietà, e a tutta la gamma di buoni sentimenti di cui è capace il cuore degli uomini.
La Strout è maestra nel dipingere a parole il ritratto di ciascuno dei suoi personaggi, con le virtù e le imperfezioni che li rendono unici e allo stesso tempo vicini a ciascuno di noi. Perché cambiano i tempi e gli scenari, ma ciò che accade al reverendo Tyler Caskey potrebbe capitare a chiunque, consapevolmente o meno, si allontani dai comodi binari del conformismo.
Una storia profondamente umana raccontata con femminile delicatezza. E se un appunto dobbiamo fare all’autrice è la lentezza con cui talvolta sviluppa l’azione, una pecca che si perdona facilmente perché è la stessa indolenza con cui si scioglie la neve dopo i gelidi inverni del Maine, una terra che immaginiamo troppo ordinata e silenziosa per andare di fretta.
- Titolo: Resta con me
- Autore: Elisabeth Strout
- Editore: Fazi Editore
- Prezzo: 18,50€
- Voto: 8