“Le lacrime di San Lorenzo”. Julio Llamazares
Luglio 2015
Il tempo che passa rapido e inesorabile e riempie la memoria degli uomini di istanti irripetibili è il tema del bel romanzo dello spagnolo Julio Llamazares, pubblicato da Codice Edizioni e protagonista del numero di luglio di 2VociX1Libro. Un’opera che piacerà ai lettori più riflessivi e filosofici, una storia di padri e di figli, una raccolta di memorie da tramandare nella calda notte del 10 di agosto, quella di San Lorenzo, quando le stelle cadenti punteggiano il cielo.
Patrizia&Giuditta 2VociX1Libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta e io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra, due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’.
Julio Llamazares
Codice Edizioni
Patrizia twitter: @patrizialadaga | Giuditta:@tempoxme_libri |
1. Dai un voto alla copertina e spiegalo | |
Voto: 10. Bella, evocativa, elegante, perfetta. Una copertina davvero stellare. | Voto: 10. Un blu notte intenso e luminoso, con i disegni delle costellazioni in argento, riprese dal lettering, semplice ed elegante, di autore e titolo, racchiuso a sua volta in una cornice dorata che splende con i raggi delle stelle. Una delle più belle copertine, per grazia e leggerezza, in cui mi sia imbattuta, e che racconta fortemente le suggestioni del libro. Non c’è virtuosismo nella grafica, ma solo perfezione. |
2. L’incipit è… |
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Classico e introduttivo:
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Siamo subito introdotti nell’atmosfera del libro. L’imperfetto con il suo valore durativo per incarnare l’imperfezione del tempo, che continua ad avvenire nei ricordi e nella memoria, tanto da renderlo presente. L’indicazione stagionale che ha una forte connotazione narrativa, perché è una sola lunga notte quella che lo scrittore racconta, con un io soggettivo che trapela da subito, insieme con il figlio a guardare le stelle e a riannodare i fili con tante notti, diverse e simili, a quella. |
3. Due aggettivi per la trama |
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Autobiografica e nostalgica. |
Poetica e riflessiva. |
4. Due aggettivi per lo stile |
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Crepuscolare e poetico. | Lirico e pieno di grazia, ben conservata nella traduzione di Paola Tomasinelli. |
5. La frase più bella |
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Ho faticato a trovare una bella frase da citare e non perché ne manchino, al contrario, ne ho trovate così tante da non saper scegliere tra le molteplici sottolineature presenti sulla mia copia del libro di Llamazares, che come sempre quando si tratta di autori di lingua spagnola, ho letto in versione originale. Tra tutte queste frasi, e tra mille dubbi, ne ho scelto una che credo riassuma la filosofia dell’intero romanzo e, in fondo, della vita umana:
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Dovrei citare tutto il libro, che è scritto con grande raffinatezza e con una lingua tersa ed elegante. Scelgo quella che meglio si presta a raccontare il libro, con la sua attenzione sinestetica che è una delle caratteristiche vere e profonde della memoria:
Nostalgia ed emozione, sono questi gli ingredienti più forti di “Le lacrime di San Lorenzo”. Non riuscirò più a guardare un cielo stellato, senza pensare a questo piccolo, prezioso capolavoro. |
6. La frase più brutta |
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La scrittura di Llamazares non contempla la possibilità della bruttezza. Al massimo, talvolta, può risultare eccessivamente ripetitiva. | Impossibile trovarne. Tutto viene sublimato dal protagonista, io narrante, e dalla forza dei suoi sentimenti, con una lingua che rimane sempre preziosa, colta e aggraziata. |
7. Il personaggio più riuscito |
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Lo zio scomparso in guerra. Una figura ricorrente, non protagonista, ma rilevante a modo suo. Un “outsider” misterioso e ben costruito che attira l’attenzione. | Non posso che dire il protagonista, ma in realtà tutti i personaggi sono riusciti, perché visti attraverso la lente distorta della nostalgia e della memoria. Il padre, per esempio, ubriacone e taciturno, conserva una grande forza poetica, un uomo distrutto dal dolore di una perdita, che lo porta a perdersi. |
8. Il personaggio meno azzeccato | |
Tutti i personaggi che ruotano intorno alla vita di Pedro, il protagonista, sono figure realistiche con voce e personalità ben definiti. Non ne ho trovato uno che non funzionasse nell’economia del romanzo. | Nessuno, non potrebbe essere altrimenti dopo quello che ho detto nelle righe precedenti. Julio Llamazares riesce a rendere vivido anche un personaggio come lo zio del protagonista, morto in guerra, mai conosciuto se non in una foto che troneggiava nella sala da pranzo dei nonni e che la nonna volle portare con sé nella tomba. |
9 La fine è… |
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Splendida. Julio Llamazares chiude il suo trattato sul tempo e sulla memoria con una domanda a cui ogni lettore risponderà a suo modo. Un finale filosofico e profondo, come tutto il romanzo. | Lieve, meditabonda:
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10. A chi lo consiglieresti? |
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A chi non cerca trame complesse e mirabolanti avventure, ma solo una storia di vita per riflettere sul senso dell’esistenza. | A tutti quelli per i quali la lettura è un momento di silenzio e di contemplazione. |