Il primo gesto. Marta Pastorino
Leggere Il primo gesto di Marta Pastorino (Mondadori) è facile. Metabolizzarlo un po’ meno.
A rendere semplice l’approccio alla lettura è linguaggio, scevro di ogni adorno, diretto e crudo, come la storia che racconta. Ed è quest’ultima che il lettore, specie se come me è donna e madre, deve affrontare con imparzialità e, almeno all’inizio, con una corazza sul cuore. Dico all’inizio poiché il libro si apre con un gesto odioso: l’abbandono in ospedale di un neonato appena partorito dalla sua giovane madre. Un comportamento urticante che lascia spiazzati. Bisogna addentrasi nella vita di Anna, la protagonista, per cercare se non di giustificare, almeno di comprendere la sua rinuncia ad amare quel figlio a cui è stato negato il calore del primo abbraccio materno.
Scopriamo così che dopo anni di incomprensioni, silenzi e desideri negati, Anna ha lasciato gli studi universitari e la famiglia, ha trovato lavoro a Torino come badante di un’anziana donna cieca e alla sua morte, dopo aver dato alla luce il figlio, frutto di un’avventura di una sera, confusa e scossa dai sensi di colpa, ha trovato accoglienza nella casa di Ramona, una donna straniera che lavora come addetta delle pulizie in un hotel.
Mentre cerca di capire cosa fare della propria vita, Anna si iscrive a un corso di “danza sensibile”, una disciplina singolare che la ragazza sceglie per il desiderio di conoscere il maestro, Giovanni, misterioso nipote dell’anziana donna che la protagonista ha curato per anni.
“Pensate al respiro” diceva, “dal vostro respiro nasce la danza. Ogni movimento della vota terrestre è di apertura chiusura, inspiro ed espiro, un ciclo organico, di spinte e ritorni. È il movimento della cellula. Trasformate le vostre sirene” diceva, “spingetele fino a farle diventare esseri terrestri, rendete attivi i vostri piedi, adesso, le dita dei piedi, e le vostre ginocchia, la vostra forza arriva dalla terra, fino al bacino. Ricordate che le sirene soffrono, nella mitologia, soffrono pene d’amore, e sapete perché? Perché non hanno piedi da appoggiare sulla terra.”
Una storia nella storia quella della relazione di Anna con Giovanni che, attraverso la scoperta del corpo, resa possibile da questa danza per pochi adepti, la porterà alla costruzione di nuove consapevolezze e, forse, al progetto di un’esistenza libera dalle zavorre del passato.
Ho trovato Il primo gesto un romanzo intenso, ma non sconvolgente come mi ero immaginata. Il tema doloroso trova nell’asetticità dello stile un contrappeso che funge da filtro nei confronti delle emozioni dei personaggi che non “bucano” lo schermo, o meglio il cuore, per voler usare una metafora televisiva. La pacatezza con cui il corpo viene elevato a vero protagonista del romanzo e la fisicità con cui viene elaborato ogni sentimento consentono al lettore di tenere le distanze, senza scottarsi sul fuoco vivo dell’emotività.
Nonostante qualche vizio minore, come il figlio di Ramona che a cinque anni dimostra una spiazzante e talvolta poco credibile maturità, la storia ha motori potenti. Dopo un’azione così innaturale come l’abbandono di un neonato da parte di una madre, il lettore vuole disperatamente sapere che cosa l’ha motivata, vuole accompagnare Anna nel suo percorso di espiazione, ha bisogno di sperare che dopo il primo gesto mancato ne possa nascere uno nuovo, pieno d’amore.
- Titolo: Il primo gesto
- Autore: Marta Pastorino
- Editore: Mondadori
- Prezzo: 17€
- Voto: 6/7