L’ultima neve di primavera. Blanca Busquets
Luglio 2013
Patrizia&Giuditta 2 Voci per 1 Libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta e io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra senza essersi mai incontrate di persona (ma intenzionate a farlo presto), due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’. Per assecondare i gusti di tutti i lettori, abbiamo deciso di seguire uno schema che prevede l’alternarsi di un autore italiano, uno spagnolo e uno di qualsiasi altra nazionalità. Per il mese di luglio abbiamo scelto un bel romanzo che viene dalla terra che mi ospita, la Catalogna, e il cui titolo porterà frescura e molto sentimento nelle calde giornate estive: L’ultima neve di primavera di Blanca Busquets edito da Piemme.
L’ultima neve di primavera
Blanca Busquets
Piemme
Patrizia twitter: @patrizialadaga | Giuditta twitter: @tempoxme_libri www.libri.tempoxme.it |
1. Dai un voto alla copertina e spiegala | |
Voto:7 Una bella foto che ritrae una ragazza dallo sguardo intenso e misterioso. Una copertina semplice che annuncia una storia tutta al femminile | Voto: 7 Una mia particolare ostilità nei confronti delle copertine con visi e ritratti, dallo sguardo vitreo e perso, laddove dovrebbero invece suscitare fascino e incanto, e che finiscono per essere tutte uguali in libreria. Ho apprezzato molto, invece, la copertina rigida sottostante, elegante e di un bellissimo colore pastello. |
2. L’incipit è… | |
Coinvolgente. Fin dalle prime righe si comprende di avere in mano il diario di una ragazzina vissuta in un’epoca passata, obbligata a sposare un uomo scelto dal padre, come spesso accadeva a quei tempi. | Sabato mi sposo: spiazza il lettore perché dovrebbe condurlo in un’atmosfera gioiosa e di festa e invece dà subito conto di una patina di malinconia e rassegnazione, che ben rende la difficile condizione femminile di cui il libro si fa voce e superamento. |
3. Due aggettivi per la trama |
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Avvincente e simmetrica (tra passato e presente). | Simmetrica e costruita. |
4. Due aggettivi per lo stile | |
Colloquiale, limpido. | Piano e immediato. |
5. La frase più bella | |
Forse non è la frase più bella in senso stilistico, ma ha la capacità di fotografare in poche righe l’arretratezza culturale delle zone rurali di inizio secolo scorso e l’influenza della Chiesa sulla vita delle famiglie dell’epoca. Una frase sui benefici della lettura, particolarmente significativa in tempi come i nostri, in cui nonostante il diritto all’istruzione sia universalizzato, ancora troppo pochi libri entrano nelle case della gente. |
Non tanto più bella, quanto rende il senso più profondo dei personaggi femminili, ritratti come allo specchio l’una dell’altra a generazioni di distanza. Inoltre descrive con vivida semplicità il valore salvifico e vitale che la letteratura e la scrittura rivestono nell’esistenza delle donne protagoniste del romanzo.
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6. La frase più brutta | |
L’abbiamo già letta mille volte nei libri la prima notte di nozze delle spose-bambine che ignare di tutto sono obbligate a soddisfare le voglie di mariti interessati solo al proprio piacere. L’abbiamo letta, ma fa sempre male. Donne come oggetti, merci di scambio, proprietà indiscusse degli uomini. Anche se molti passi avanti da allora sono stati fatti, è da quella cultura che trae origine l’odierna violenza sulle donne. La Busquets lo ricorda con poche, semplici righe. |
I rapporti uomo-donna non sono semplici nel romanzo, fino ad arrivare alla tragedia.
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7. Il personaggio più riuscito | |
Tonia, la protagonista indiscussa del libro, la ragazza che tiene il diario del secolo scorso. Un’intelligenza a cui va stretta l’epoca in cui le è toccato nascere e che grazie alla lettura e alla scrittura trova il modo di dare sfogo alla sua peculiare sensibilità. | Per me il personaggio più affascinante è Miquel, ragazzo e uomo dai tratti inconfondibili. |
8. Il personaggio meno azzeccato | |
Mercè, la compagna di classe che tormenta Lali (la protagonista delle vicende in epoca contemporanea) a scuola, da bambina. Lali la ritrova molti anni più tardi, madre premurosa di due figli, ma non sa perdonarla. Mercè è forse il personaggio che meno si integra con la vicenda narrata. | Mi ha lasciato qualche perplessità Xevi, nel suo essere subdolo e scaltro, interessato e menefreghista. |
9 La fine è… | |
Gratificante. Si chiude il libro con la sensazione di compiuto. | Perfettamente in tono con il racconto, senza grandi sorprese, ma con quel pizzico di romantico lieto fine che non poteva mancare. |
10. A chi lo consiglieresti? | |
Sebbene si tratti di una narrazione fortemente diretta a un pubblico femminile, la consiglierei anche agli uomini che amano le storie narrate con sensibilità e delicatezza. |
Una lettura che, nonostante il dolore e la violenza, le difficoltà e le miserie raccontate, sa essere gradevole e sognante. Consigliato a tutti quelli che amano annegare con la lettura in un mondo parallelo che conservi la giusta distanza con la realtà per velarsi di sogno. |