Torna Zafón: Il prigioniero del cielo
Dal 24 febbraio è disponibile in tutte le librerie italiane. In Spagna è stato pubblicato lo scorso novembre e da allora guida la classifica dei libri più venduti del Paese.
Con Il prigioniero del cielo Carlos Ruiz Zafón, barcellonese classe 1964, si conferma uno degli autori spagnoli più letti nel mondo. Chi ha amato i due romanzi precedenti, L‘ombra del vento e il Gioco dell’angelo, che insieme hanno venduto più di 25 milioni di esemplari e sono stati tradotti in 50 lingue, non può perdersi il terzo capitolo delle avventurosa saga che ruota intorno al misterioso “Cimitero dei libri dimenticati”.
Come sempre quando si tratta di autori che scrivono in spagnolo ho letto il romanzo in lingua originale ed è stata un’esperienza intrigante che non ha tuttavia eguagliato le intense emozioni dell’Ombra del vento.
Zafón utilizza, specialmente nella seconda parte della storia, un linguaggio efficace, capace di creare suggestioni visive dai contorni ben delineati. Le descrizioni di una Barcellona cupa e piovosa (siamo nel 1957), che tanto stridono con la città moderna e soleggiata a cui chi come me ci vive è abituato, s’imprimono senza sforzo negli occhi del lettore. Sarà per questo che l’autore ha sempre negato di cedere i diritti delle suo opere per farne un film?
I dialoghi, molto più numerosi e ironici comparati a quelli dei romanzi del passato, rendono la lettura snella e accessibile e la trama, pur essendo meno coinvolgente rispetto alle tortuosità de L’ombra del vento, ma più comprensibile se confrontata con quella del Gioco dell’Angelo (che diciamocelo era un po’ pesante), trascina il lettore, che ad ogni riga si augura di poter aggiungere nuovi pezzi del puzzle che porteranno alla conclusione dell’annunciata quadrilogia.
Ne Il prigioniero del cielo si ritrovano i protagonisti di sempre: la libreria dei Sampere, padre e figlio e il fedele amico Fermín e si scava in un passato che porta a galla la morte di Isabella, madre di Daniel e le vicissitudini di David Martin, lo scrittore che dal carcere scrive il Gioco dell’angelo.
Nota dolente del libro, almeno secondo i detrattori, è il finale: chi si aspetta di terminare il romanzo con le idee chiare resterà deluso. La strategia non è nuova e mi hanno fatto sorridere le critiche di chi sostiene che se avesse saputo della mancata conclusione si sarebbe risparmiato i 22,90 euro del libro (prezzo attuale in Spagna ribassato dopo il lancio iniziale a 28 euro) per acquistare direttamente il volume successivo. Zafón non solo è uno scrittore di bestseller, parola che da sola fa inorridire chi guarda con disprezzo la letteratura d’intrattenimento, ma è anche un autore di long-seller, cioè capace di costruire storie che non si esauriscono all’ultima riga, ma portano con sé il lettore in un viaggio che da un romanzo all’altro può durare degli anni. Che male c’è nel desiderare che esca presto la quarta e ultima puntata della saga?
Sebbene delle tre opere l’ultima sia senza dubbio la meno “potente” il Prigioniero del Cielo resta un romanzo in cui il lettore fa velocemente amicizia con i personaggi, alcuni a lui ben noti, e non può fare a meno di tornare a cercarli ogni volta che può.
Infelici mi appaiono anche le accuse di plagio nei confronti del Conte di Montecristo o dei Miserabili poiché anche il lettore più sprovveduto si accorge che ogni riferimento ai romanzi di Dumas e di Hugo è un omaggio per nulla fuori luogo in un contesto in cui le grandi opere del passato fanno costantemente da cornice allo sviluppo della storia.
E’ vero invece che il romanzare antico di Zafón, la chiara separazione tra il male e il bene, tra buoni e cattivi e il tono epico delle sue storie non lo farebbe sfigurare tra gli autori del XVIII secolo. Dà soddisfazione pensare che in fondo ciascuna delle sue storie ha un unico vero protagonista: il libro. Con l’ebook questi romanzi non sarebbero mai potuti esistere.
Titolo: Il prigioniero del cielo
Titolo originale: El prisionero del cielo
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Editore: Mondadori
Prezzo di copertina: 20€
Voto: 8
Io l’ho appena letto. Concordo con l’affermazione che le emozioni de L’ombra del Vento sono ineguagliabili. Ma ho subito trovato un feeling con i personaggi, mi è piaciuto e ho desiderato stare con loro il più che potevo. Mi sembrava di trovarmi sul serio nel carcere e in giro per Barcellona. Le accuse di plagio sono molto pretestuose e lasciano il tempo che trovano. Spero esca presto la fine della saga, voglio incontrare di nuovo i protagonisti, c’è una sorta di empatia ormai. Lo consiglio, senza dubbio.
Molto bella la tua considerazione finale sugli ebook, la condivido pienamente!