Gli onori di casa. Alicia Giménez Bartlett
Aprile 2013
Patrizia&Giuditta 2 Voci per 1 Libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta e io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra senza essersi mai incontrate di persona (ma intenzionate a farlo presto), due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’. Per assecondare i gusti di tutti i lettori, abbiamo deciso di seguire uno schema che prevede l’alternarsi di un autore italiano, uno spagnolo e uno di qualsiasi altra nazionalità. Questo numero di aprile è dedicato a Gli onori di casa, l’ultimo romanzo della giallista barcellonese Alicia Giménez Bartlett, che negli ultimi anni ha conquistato i lettori italiani (più di quelli spagnoli). Un nuovo caso per l’ispettore Petra Delicado che questa volta, in omaggio al pubblico di casa nostra, si vedrà obbligata a indagare in quel di Roma.
Gli onori di casa
(Titolo originale: Nadie quiere saber)
Alicia Giménez Bartlett
Sellerio
Patrizia twitter: @patrizialadaga | Giuditta twitter: @tempoxme_libri www.libri.tempoxme.it |
1. Dai un voto alla copertina e spiegala | |
Voto: 9. Le copertine di Sellerio, così riconoscibili, così eleganti e raffinate, sono da sempre una garanzia. In questa, in particolare, emerge tutta l’italianità della storia. | Voto: 9. Le copertina Sellerio con il loro blu intenso, la carta raffinata, l’elegante riconoscibilità sono una delle cose più belle dell’editoria italiana, da sempre. |
2. L’incipit è… | |
Un incipit neutro, quasi banale, il racconto di un incubo che già dopo poche righe rivela la sua natura onirica. | Onirico… ma forse abusato |
3. Due aggettivi per la trama |
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Classica e prevedibile. | Accattivante e piacevole |
4. Due aggettivi per lo stile | |
Brillante e asciutto. | Semplice e lieve |
5. La frase più bella | |
Sono poche le frasi che lasciano il segno o che semplicemente si possono definire “belle” in un tipo di romanzo come questo, impostato sull’azione e sugli interrogatori di sospetti criminali. Scelgo quella che chiude la storia, perché mi ha regalato un lampo di speranza.
NB: questa e le successive traduzioni sono mie, poiché ho letto il libro in lingua originale e non dispongo della versione italiana. Chiedo scusa a Sellerio e al traduttore nel caso si differenziassero in qualche vocabolo dall’originale. |
L’aspetto umano di Petra Delicato che Gimenez lascia affiorare talvolta:
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6. La frase più brutta | |
Come le belle, anche le frasi brutte, per fortuna, scarseggiano. Ne scelgo una che mi ha infastidito perché si riferisce al Colosseo e agli antichi resti storici romani, sebbene nel testo sia chiaramente ironica.
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Non si tratta di un brutto in senso stilistico, perché la Giménez ha una scrittura piana e leggera, ma a livello contenutistico per la riflessione su una dura condizione umana:
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7. Il personaggio più riuscito | |
L’ispettore Maurizio Abate. Sarà che sono di parte e vivo a Barcellona, ma l’uomo italiano, professionale ma galante, mi è sembrato estremamente realistico. Trovatemi una catalana che non abbia avuto almeno un’avventura con un italiano… | Partendo dal presupposto che Fermìn nella sua grossolanità è esilarante e ben delineato, sceglierlo però mi sembrerebbe banale. In ogni romanzo la mia attenzione è sempre, inspiegabilmente, attratta da figure marginali e secondarie. Scelgo Lola, una carcerata che Gimenez ritrae con perfezione e che suscita nel lettore una serie di riflessioni importanti sulle occasioni del destino, la propensione alla criminalità e le sperequazioni sociali. |
8. Il personaggio meno azzeccato | |
So che mi inimicherò i tanti fan di Petra Delicado, ma l’inspectora non la posso proprio sopportare. Lunatica, prepotente, spesso volgare ed arrogante, con poche e poco credibili concessioni alla sensibilità. Come se essere un ispettore di polizia implicasse necessariamente la rinuncia alla femminilità e l’adesione allo stereotipo del “mastino”. Anche il killer Rocco Catania mi è parso tra i personaggi meno credibili per dialoghi e comportamenti. | Trovo poco convincenti i personaggi italiani, in particolare l’ispettore Abate e il suo cadere così repentinamente vittima del fascino di Petra, e Catania il folle killer. |
9 La fine è… | |
Prevedibile se si è dotati di un po’ di immaginazione, ma tutto sommato ben strutturata e intelligente. | Forse un po’ sbrodolata e tirata per le lunghe, anche se la soluzione del giallo è ben strutturata, pur non arrivando del tutto inattesa. |
10. A chi lo consiglieresti? | |
A tutti quelli che amano il genere poliziesco e di pagina in pagina cercano di anticipare colpevoli e movente. | A tutti gli amanti del genere, ovviamente! |
Il comento positivo alla pagina l’ho espresso x twitter. Qui, mi permetto di chiedere alla dott.ssa La Daga (nomen omen) la matrice della scheda da lei utilizzata. Mi servirebbe tantissimo x compilare le mie personali schede bibliografiche. In caso ciò fosse possibile autorizzo ad utilizzare (x spedizione) il mio indirizzo email.Grazie!