La storia infinita. Quando la correttezza è un optional
È trascorso poco meno di un anno dall’ultima cronaca. Mi illudevo a quel tempo di mettere presto la parola fine a un percorso che si era fatto troppo lungo e logorante. Ma non è stato così.
Dopo gli ultimi, ottimisti, scambi di mail incontro al Salone del libro di Torino la donna che da un tempo esagerato ha in mano il futuro del mio romanzo. Siamo nel maggio dello scorso anno, lei mi accoglie con simpatia nello stand della casa editrice e mi presenta YYYY, la caporedattrice, ovvero la persona che deve prendere una decisione definitiva sulla pubblicazione del manoscritto.
La signora YYYY si dimostra molto cordiale e mi dice che il romanzo, di cui ha già letto circa la prima metà, le sembra ben scritto e interessante. “Mi piace e non lo dico perché sei qui davanti a me. In ogni caso ti chiedo di pazientare fino all’estate per una risposata definitiva”. Poi, entrambe, mi ribadiscono che sarebbe opportuno attendere la loro decisione prima di presentare il lavoro ad altri. Mi sembrano parole incoraggianti e di buon auspicio. Se il romanzo non piacesse, non si sognerebbero di chiedermi di non darlo in lettura ad altri editori, penso.
E cosi, pazientiamo….
In luglio mi arriva questa email:
Carissima Patrizia,
Come stai? Spero tutto bene.
Questa volta ti anticipo perché giustamente mi aspetto una tua mail a breve. Ieri ho parlato con YYYY che ha in lettura il tuo romanzo e ci tenevo a spiegarti la situazione in cui siamo attualmente.YYYY non riuscirà a terminare la lettura prima dell’estate, contrariamente a quanto ti avevamo detto, e di questo me ne scuso moltissimo, ma è davvero sommersa di cose da fare e deve chiudere tutti i libri che escono a settembre!
Contemporaneamente la situazione del mercato editoriale e l’esperienza delle ultime esordienti pubblicate impongono la riflessione che ti ho già in realtà fatto e rifatto, per cui non mi dilungo oltre.Ci tenevo a scriverti tutto questo per correttezza nei tuoi confronti e a questo punto “liberarti” nel caso volessi contemporaneamente fare leggere il manoscritto ad altri editori come mi avevi accennato. Tutto ciò fermo restando che YYYY finirà di leggerlo e mi darà comunque il suo responso. Se sarà positivo e tu ancora “libera” lo proporremo all’editore con il quale però ti fisseremo un incontro in modo da convincerlo delle potenzialità e dell’attività di promozione che tu stessa saresti in grado di farti. Questo a fronte, purtroppo, di una assoluta selettività (ancor più selettiva ora) che ci ha chiesto di operare in termini di esordi.
Mi dispiace, sia per tutto il tempo che hai atteso sia per la situazione contingente, ma purtroppo non possiamo fare altro, e le difficoltà che ti ho descritto mettono molto in imbarazzo anche me. Ma soprattutto so quanto ci tieni a una risposta da parte nostra e da quanto aspetti, e dirti di aspettare ancora mi fa veramente dispiacere.Ti mando un abbraccio e si accettano sfoghi naturalmente,
Con rinnovata stima nei tuoi confronti… sia per la scrittrice che per la persona che sei.XXXX
La doccia non è fredda, è gelata. Dopo anni di attesa, mi domandano di aspettare ancora? E come contentino mi lasciano libera di presentare ad altri il romanzo… Ormai è quasi agosto, fino a settembre qualsiasi strada è impraticabile. Parto per le vacanze con la sgradevole sensazione di essere la protagonista di una farsa. Il romanzo ha trecento pagine, non tremila, se in maggio la nostra caporedattrice ne aveva letto metà come può non averlo terminato entro luglio? Ma quanto ci vuole a dire: “Abbiamo cambiato idea”, oppure “Non possiamo pubblicarlo per questa o per quest’altra ragione”?
Come era da attendersi non ricevo comunicazioni né in settembre, né in ottobre fino a quando, per temi inerenti il blog, mi metto io in contatto con la casa editrice e ne approfitto per chiedere che fine ha fatto la risposta che aspettavo. Lo so, sembra pazzesco, ma questa è la mail che ricevo:
Carissima Patrizia,
eri tra gli appunti della mia giornata. 😉
Innanzitutto scusami tantissimo per il ritardo, ma sono stati giorni davvero folli (e lo sono ancora purtroppo).(…)
Quanto a noi mi sento davvero avvilita ma non ho novità 🙁 e devo dire che questa situazione la vivo davvero male, ancora scusa per tutto.
Un abbraccio grande e grazie.XXX
Dopo queste parole, come credo possiate comprendere, ho rinunciato a immaginarmi in una collana del gruppo editoriale in questione, e ho bussato a porte diverse; vedremo se prima o poi se ne aprirà qualcuna. Di certo, nessuno in casa editrice si è ancora degnato di dirmi “sì” o “no”. Nemmeno due righe. Niente di niente.
Dicono che da ogni esperienza si impara, ma tornando indietro, probabilmente, io testa dura rifarei tutto allo stesso modo. Porto con me valori irrinunciabili: lealtà, professionalità e correttezza sono tra questi. Evidentemente, non per tutti è così.
In attesa di navigare in altri mari, l’odissea termina qui. Colpita, ma non affondata, spiego nuovamente le vele. Grazie per avermi accompagnato nel viaggio.