Una stagione di felicità inattesa

Una stagione di felicità inattesa

5 del mattino. Estate. Montana.

In questo momento della mia vita sono estremamente serena. A dire il vero, credo di non essermi mai sentita così calma. O libera. O più sicura che devo tutto questo a una semplice scelta: accettare la vita così com’è. Perfino, e soprattutto, quando tutto fa schifo. Perfino, e soprattutto, da ieri sera quando mio marito è uscito a buttare la spazzatura dichiarando di non essere più certo di amarmi… e nove ore dopo, non è ancora rientrato.

Inizia così “Una stagione di felicità inattesa”, il romanzo autobiografico dell’americana Laura Munson, pubblicato da Baldini Castoldi Dalai editore. Il tema è chiaro fin dalle prime righe: un marito in crisi, una moglie e madre poco più che quarantenne che si trova davanti alla probabile fine del suo ventennale matrimonio, due bambini che paiono destinati a ingrossare le file dei figli di separati. Niente di nuovo, pensa il lettore, che si prepara ad affrontare pagine di litigi, scenate ed avvocati.

Invece, una novità c’è. Laura non s’infuria, non piange, non minaccia battaglie legali. Laura, al marito che le dice “non ti amo più, non sono sicuro di averlo mai fatto”, risponde soltanto “Non ci credo” e decide di proteggersi dal dolore cercando la felicità dentro se stessa, per sé e per i suoi figli. Ma anche per l’uomo che ama.

Sorprende la capacità di questa donna di restare calma davanti ai comportamenti di un marito che, frustrato dal fallimento professionale, viene spesso meno ai suoi doveri di padre e si comporta come un adolescente ribelle, ubriacandosi a ogni occasione e dormendo spesso fuori da casa, senza nemmeno avvisare. Una tranquillità, quella di Laura, che deriva da una convinzione incrollabile: la crisi riguarda soltanto il suo uomo, non il loro matrimonio. La scrittrice rifiuta di cedere alla disperazione e tenta di assecondare il bisogno di suo marito di ritrovare se stesso. Per riuscire in questa difficile sfida riempie pagine di diario con le sue paure e i suoi ricordi e da quei giorni e notti di scrittura prenderà vita il romanzo.

Una storia quella della Munson fin troppo facile da leggere, perché lo stile narrativo è più simile a quello di un libro di coaching che a quello di un vero romanzo, cosa che nella prima parte mi ha piuttosto irritato. Per un attimo, confesso, ho avuto persino la tentazione di abbandonare la lettura.

Se mi sono decisa a continuare è perché volevo capire per quanto tempo la protagonista, aiutata dalle sedute della sua psicanalista e dalla stesura del diario, sarebbe stata capace di essere fedele al proposito di non lasciarsi vincere dal risentimento. Anche l’incoerenza del titolo, rispetto alla storia che si svolgeva sotto ai miei occhi, mi incuriosiva.

Più il romanzo avanzava, più le memorie di Laura, scrittrice frustrata con quattordici romanzi non pubblicati alle spalle e una vita di famiglia costruita in una sperduta fattoria del Montana, mi coinvolgevano e, senza quasi accorgermene, mi sono ritrovata a sottolineare interi paragrafi che hanno stimolato riflessioni non banali.

La capacità di questa donna di tollerare i ripetuti e spesso crudeli capricci del marito senza mostrare debolezza o disperazione, senza versare lacrime né urlare di rabbia, bensì preparando con anticipo e con estrema lucidità le sue reazioni emotive, rende peculiare il romanzo. Una storia molto americana, nell’approccio, come nella scrittura, ma che vale la pena di leggere, specie se si sta vivendo un momento difficile nelle proprie relazioni sentimentali. In tempi di crisi, le parole giuste aiutano.

Titolo: Una stagione di felicità inattesa
Autore: Laura Munson
Editore: Baldini Castoldi Dalai editore
Prezzo: 16 €
Voto: 6 1/2

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