Un mese in Twitter: le cose che ho capito

Un mese in Twitter: le cose che ho capito

Pochi giorni fa il mio account Twitter ha compiuto un mese. Ci pensavo questa mattina mentre correvo per i boschi del parco di Collserola, sotto di me Barcellona distesa fino al mare, sopra il cielo terso che accompagna l’inverno catalano. E mentre mi affannavo sulla strada pietrosa un passerroto si è posato su un ramo di un albero poco distante da me. Ho sentito il suo cinguettio nonostante le cuffie dell’Ipod mi stessero sparando nelle orecchie la musica dei Black Eyed Peas. Ed è lì che ho cominciato a riflettere sulla mia esperienza come utente di Twitter alle prime armi.

Nei giorni in cui la stampa annuncia che la famosa rete sociale ha raggiunto la strepitosa cifra di 500 milioni di utenti (sebbene la percentuale dei profili attivi sia molto più ridotta) mi sono resa conto che molti dei miei amici e conoscenti sono ancora totalmente digiuni in materia come lo ero io fino a poco tempo fa. La scorsa settimana in una cena con una ventina di persone, quasi tutte con posti di rilievo in multinazionali, imprenditori o liberi professionisti ero l’unica ad avere un profilo Twitter e a usarlo. E sono stata bombardata di domande. Così mi sono messa a raccontare questa avventura.

I primi giorni successivi alla creazione del profilo mi sono occupata di scegliere i soggetti da seguire, in genere case editrici, blogger appassionati di letteratura o di nuove tecnologie, riviste letterarie, redazioni di giornali. Per oltre una settimana me ne sono stata muta ad osservare quello che accadeva sulla mia timeline. Ogni volta che comparivano strane parole o sigle tipo Hashtag (il famoso cancelletto # con cui si identificano e si riuniscono i vari temi di discussione), Lol (Lot of laughts ovvero l’indicazione di una frase che ha generato un sacco di risate), RT (Retweet), #FF (le raccomandazione del venerdì su chi seguire) mi precipitavo su Google per capirne il significato. Così, poco a poco, ho familiarizzato con il modo di interagire della comunità e un giorno mi sono lanciata. Ho commentato un tweet altrui e come per magia la mia opinione è stata retwittata a non so quanta gente. Quello stesso giorno ho trovato i miei primi quattro o cinque follower. Ero contenta, lo ammetto.

Può apparire puerile, ma mi sono convinta che una delle componenti del successo di Twitter è proprio la gratificazione che offre all’utente che vede la sua lista di follower aumentare di giorno in giorno. Fatta eccezione per i personaggi pubblici che riuniscono migliaia se non milioni di fan senza necessità di scrivere nemmeo una parola, le persone comuni si conquistano i follower con un “lavoro” quotidiano fatto di interazioni intelligenti.

Il fascino di Twitter consiste nel far credere a chiunque di poter essere “qualcuno” non per le foto che pubblica o per il lavoro che fa, ma solo per quello che pensa. Le idee prima dell’immagine. Il cervello prima del corpo.

In questa rete sociale fatta di  messaggi da 140 caratteri, tuttavia, non sono solo rose e fiori. Come nella vita reale a volte capita di imbattersi in personaggi arroganti, autoreferenziali e anche volgari. C’è chi ha un minimo di notorietà dentro o fuori il social media e ti ignora completamente se gli gli rivolgi la parola con la giustificazione che riceve troppi tweet e non può rispondere a tutti (e non parliamo di Lady Gaga) e chi, invece, ti risponde con sufficienza per scoraggiare eventuali future intrusioni nel suo giro o scatena polemiche inutili e aggressive. Ci sono adulatori incalliti e incorregibili polemici.

Fatta eccezione per questi, per fortuna non numerosi personaggi, il popolo di Twitter è tutto meno che ostile perchè sembra aver capito che il media è un vestito che si può cucire su misura. Chi lo vuole utilizzare per passare il tempo e trovare nuovi amici avrà a disposizione un “giocattolo” semplice e molto più immediato rispetto ad altre reti sociali ma le migliori carte da giocare credo siano in mano a chi mira a farne un uso professionale.

In politica il primo a dimostrare l’utilità di questo sociel media è stato il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama la cui vittoria si dice sia frutto anche di un’abile strategia di Twitter-marketing. Twitter può essere uno strumento di autopromozione molto efficiente sia per le iniziative individuali che per le aziende. Le case editrici sono un chiaro esempio di come questo social network possa essere utilizzato per lanciare gli autori e i loro libri. Ne hanno parlato in un’interessante conferenza virtuale su Second life (prossima esperienza che intendo fare e raccontare) il gruppo dei BookBloggers di Le Dita, organizzatori del convegno sul futuro dell’editoria Librinnovando la cui sintesi è riportata da Arturo Robertazzi nel suo Blog Destinazione Cuore, stomaco e Cervello. Grandi case editrici come Einaudi e Feltrinelli  hanno capito da tempo le potenzialità di Twitter e hanno investito risorse su persone che si occupano costantemente di interagire sul network. In questo modo sono state capaci di riunire migliaia di follower e creare grande interesse intorno ai loro prodotti,  generando veri e propri casi editoriali. Ne è un esempio il libro “Il bambino indaco” di Marco Franzoso (anch’egli presente in Twitter), edito da Einaudi, che per giorni ha tenuto banco nelle discussioni dei “twitteri” ed è stato difficile da reperire nelle principali librerie. Grazie a questo modello positivo anche altri gruppi editoriali, tra cui Mondadori, soprattutto da gennaio di quest’anno, “hanno cambiato passo”, come mi fa notare Robertazzi nel suo commento a questo post che ho modificato grazie ai suoi suggerimenti.

Concludo con i pochi punti fissi che credo di aver capito in queste settimane di “Twittaggio”. In Twitter è fondamentale:

1. Essere rapidi. In mezz’ora la tua risposta può essere già vecchia e benché possa essere interessante potrebbe perdersi nel marasma di messaggi che riempiono le timeline degli utenti.

2. Essere attivi. A meno che non si abbia una fama consolidata il silenzio può risultare penalizzante.

3. Non essere invadenti. Essere attivi è importante ma il bombardamento di tweet inutili,  specialmente se riguardano argomenti privati, è controproducente. Per le conversazioni esistono i messaggi diretti

4. Utilizzare un linguaggio corretto. Le abbreviazioni tipiche dei tradizionali sms e gli errori ortografici (o peggio grammaticali) non sono particolarmente graditi. Come dire: scrivere bene in 140 caratteri non è una missione impossibile.

5. Scegliere con criterio le persone da seguire. Selezionate per affinità e in funzione dei vostri obiettivi, sarà più facile essere retwittati.

6. Scrivere cose utili/intelligenti/su cui discutere scegliendo gli hashtag con cui avete più feeling. In questo modo le possibilità di essere retwittati saranno maggiori e i vostri messaggi arriveranno a un maggior numero di persone.

7. Retwittare. Se trovate un tweet interessante non tenetelo per voi. Far girare le idee migliori è la vera forza di Twitter.

13 Comments

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    Roberto Re Febbraio 23, 2012

    Da altrettanto neofita di Twitter ho davvero apprezzato questo tuo articolo! E mi sa che te lo Ritweetto, ma sulla mia pagina Facebook, che è molto più seguita di quella Twitter!!! 🙂

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    marco Febbraio 23, 2012

    complimenti ottimo twit….:-)

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    Davide Febbraio 23, 2012

    Bell’articolo e molto utile per capire il funzionamento e l’uso che si può fare di twitter 🙂

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    Cetta De Luca Febbraio 23, 2012

    Mi piace pensare di aver fatto parte della schiera dei follower che aumentavano e di aver condiviso con te questa esperienza da neofita. In bocca al luopo
    La neofita Cetta

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    FRANCESCO Febbraio 23, 2012

    condivido e continuo a studiare il comportamento umano che ne scaturisce!! obiettivo: capire come sfruttarlo per lavoro/ricerca personale!! saluti e grazie…

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    Grazia Febbraio 23, 2012

    Brava, un’analisi pulita e centrata.
    Sono anch’io in dirittura d’arrivo del mio primo mese, ma non ho la lucidità cheho trovato nel tuo scritto: di certo posso considerarmi neofita per dikverso tempo ancora…
    Comunque retwitto, con molta stima.
    A presto,
    Grazia

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    viviana Febbraio 23, 2012

    Bello patrizia molto limpido nella scrittura.
    Mi sono ritrovata un sacco nell’avventura( io e dallo stesso tempo che sono twitter come te) e si credo anch’io che la cosa più bella di twitter sia la sensazione di parità (esclusi i personaggi famosi snob),quelli che ti rispondono invece e si “pareggiano” ti fanno provare un senso di democraticità e di poter essere considerati alla pari di chiunque senza bisogno , ad esempio, di apparire in una tv.E’ la cosa che mi sono ritrovata a dire più volte twitter è rapido e democratico.
    Uno degli ostacoli più grandi di twitter è il vincolo dei 140 caratteri, per me che sono prolissa una vera e propria sfida, ma forse è proprio la sua forza.
    Per la cronaca anch’io ho trovato una marea di persone intorno a me stupite che usassi twitter e che mi chiedevano cosa fosse…
    Un abbraccio e aspetto nuovi tuoi articoli!
    😉

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    Elena Benedetti Febbraio 23, 2012

    Hola Patrizia, molto interessanti le riflessioni su Twitter. Sono tra quelle persone che la tecnologia la digeriscono poco a poco, chissà se prima o poi aprirò un mio profilo Twitter. Sicuramente, però, ne so più di prima! Un beso, Elena

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    Daniele Febbraio 24, 2012

    Complimenti Patrizia, in poche righe sei riuscita a spiegare Twitter in modo semplice e comprensibile a tutti. Lo staff americano di Twitter dovrebbe ingaggiarti!!! Per me che sono un neofita è stata un’utilissima lezione e ho capito molte cose. Da oggi lo utilizzerò meglio e di certo, ti seguirò spesso. Grazie ancora.

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    Arturo Robertazzi Febbraio 24, 2012

    Ciao! E grazie per aver parlato della serata Second Life e del mio blog! 🙂

    Volevo solo precisare una cosa.
    Tu scrivi “In pochi mesi, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 grandi case editrici come Mondadori, Feltrinelli ed Einaudi prima inattive, hanno puntato su Twitter.”

    In realtà, Einaudi e Feltrinelli sono attive su internet da un bel po’. In particolare Einaudi è la stella del Twitter italiano da parecchi mesi. È Mondadori che dopo Librinnovando, in particolare da Gennaio, ha cambiato decisamente passo.

    Mi permetto di aggiungere qui due link in cui discuto l’argomento in maniera approfondita:
    1) http://www.arturorobertazzi.it/2011/12/05/einaudieditore-librimondadori-good-idea-bad-idea/
    2) http://www.arturorobertazzi.it/2012/02/06/libri-mondadori-e-twitter-nuovo-anno-nuova-strategia/

    Grazie ancora!

    Arturo

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      Patrizia La Daga Febbraio 24, 2012

      Grazie per la doverosa precisazione che mi è anche costata un giusto “rimprovero” da parte di Einaudi. Mi leggerò gli articoli che aggiungi e spero lo facciano in molti, visto che c’è davvero tanto da imparare. Presto verrò a trovarvi in Second Life. Prometto.

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    Daniele Febbraio 24, 2012

    Totalmente d’accordo con quello che hai scritto.

    Twitter è una realtà davvero variegata ed interessante per gli utenti ed un mezzo di marketing da utilizzare con creatività come stanno facendo molti editori, al punto che ormai mi stupisco più di quelli che non ci sono rispetto a quelli presenti.

    Ciao!

    da…ilrospoelaraspa 🙂

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