Barcellona Smart City. E in Italia?

Barcellona Smart City. E in Italia?

foto[1]Pochi giorni fa sono venuti a trovarmi degli amici “fuggiti” per un weekend dalle piogge e dalle nebbie padane.

A Barcellona hanno trovato ad accoglierli temperature tra i 12 e i 20 gradi e un bel cielo azzurro. In inverno, il clima di questa città rappresenta un plus non indifferente, ma non è certo questo l’unico aspetto positivo della capitale catalana che, nonostante la crisi, continua ad attrarre turisti e nuovi residenti da mezzo mondo.

«Perché in Italia non riusciamo ad avere un livello di efficienza simile?» mi hanno domandato i miei amici, stupiti dall’elevato numero di pattuglie di vigili e di polizia che circolano per le strade, dal (relativamente) poco traffico cittadino, dalla frequenza delle corse della metropolitana e degli autobus, dalla facilità di parcheggiare (e di trovare parcometri per pagare), dalla presenza di parchi gioco ben tenuti in ogni piazza, dalla pulizia delle spiagge, dal gran numero di piste ciclabili e di biciclette pubbliche sempre in buono stato.

Barcellona dal Mare

Chi vive da tanti anni nella capitale catalana sa che i problemi non mancano nemmeno da queste parti, ma va riconosciuto che l’amministrazione cittadina si prodiga per rendere Barcellona un polo di attrazione non solo turistico, ma anche culturale e soprattutto tecnologico. I sindaci che si sono susseguiti in questi anni hanno fatto molto per rendere popolare l’immagine della città all’estero. Le delegazioni di politici e imprenditori catalani sono spesso ospiti di nazioni potenzialmente interessata ad investire nella zona. Mentre ultimamente a Milano si proclama di voler “portare il mondo all’Expo 2015”, qui si cerca di portare Barcellona nel mondo. 

In soli due anni Barcellona ha guadagnato quattro posizioni nella classifica delle Smart City europee, (le cosiddette città intelligenti) passando dall’ottavo al quarto posto, preceduta soltanto da Copenhagen, Amsterdam e Vienna e lo scorso gennaio è stata l’unica città d’Europa ed essere invitata all’International Consumer Electronic Show di Las Vegas, la più importante fiera di elettronica di consumo del mondo. Non è una caso che il colosso del networking Cisco abbia in corso enormi progetti per rendere Barcellona ancora più interconnessa e all’avanguardia, mentre fra pochi giorni (24-27 febbraio) si apriranno le porte del Mobile World Congress, che porterà circa 75 mila visitatori in città (con un giro d’affari di 340 milioni di euro) e dove sono attesi personaggi del calibro di Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook e Jam Koum, cofondatore di WhatsApp. Sempre a Barcellona, in novembre (18-24) si terrà lo Smart City World Congress.

Questa la teoria. Ma come si traduce nella vita dei cittadini “l’intelligenza” della città? Solo qualche esempio.

Smart parking

mzl.fdmeypdjDallo scorso settembre il comune di Barcellona permette ai cittadini di scaricare una App gratuita, Apparkb, con la quale parcheggiare nelle strade della città delimitate dalle strisce blu o verdi, senza dover inserire monete o carte di credito nei parcometri ed esporre il relativo ticket. Una volta scaricata l’applicazione e creato un proprio account  con la targa della propria auto (ma se ne può inserire una diversa all’occorrenza) l’utente può parcheggiare in qualsiasi luogo e pagare soltanto per il tempo di sosta effettivo. I vigili addetti al controllo sono dotati di un apparecchio che consente di verificare che l’auto in sosta priva di ticket abbia avviato il cronometro digitale per il pagamento.

Insomma, un gran risparmio di tempo (niente ricerche disperate di ticket gratta e sosta come accade per esempio a Milano o di monetine per il parcometro) ma anche di denaro. Con questo sistema in caso di incertezza sulla durata della propria sosta non serve inserire più monete per timore di essere multati. E nemmeno occorre tornare dopo le due ore regolamentari per un pagamento supplementare.  Il cellulare ci farà pagare soltanto per i minuti di parcheggio reali e ci invierà un ticket elettronico come ricevuta. Io lo uso quasi ogni giorno, è semplice ed efficiente.

Il documento di identità nello smartphone

identità digitaleSi chiama IdBCN ed è un’applicazione che  permette al cittadino di identificarsi in modo digitale e realizzare una serie di operazioni per le quali prima occorreva certificare fisicamente l’identità. Per ora l’applicazione è utilizzabile per alcuni servizi relativi all’anagrafe e per il pagamento delle tassa di circolazione ma si prevede che presto venga esteso a numerosi servizi pubblici e anche privati. Niente file agli sportelli, carte da firmare né documenti da mostrare.

Autobus: tempo di attesa sul telefono e ricaria di cellulari

A Barcellona chi vuole sapere esattamente quanto ci metterà l’autobus ad arrivare, ha a disposizione varie applicazioni gratuite. Inserendo il codice della fermata in cui ci si trova è possibile conoscere i minuti mancanti all’arrivo del mezzo. Le applicazione offrono anche informazioni sulle fermate più vicine, le linee di trasporto che passano per ogni fermata e informazioni sulle tariffe. Per chi usa i mezzi pubblici uno strumento molto efficace. E se si rimane senza batteria, molte fermate sono dotate di porti USB per la ricarica del proprio cellulare.

Biciclette, illuminazione, verde urbano e raccolta rifiuti. Tutto smart

Bicing-Barcelona-600x398Il Bicing, il sistema di noleggio di biciclette pubblico, uno dei primi in Europa, attraverso una app dedicata, permette sempre di sapere quante bici sono disponibili in ogni punto di parcheggio e quali sono le fermate più vicine.

Il Comune sta sviluppando un sistema di illuminazione che riconosce la presenza di pedoni e l’ha già sperimentato in alcune vie cittadine. Così, di notte, i lampioni potenziano la luce in caso di passaggio di persone. Un modo per risparmiare e allo stesso tempo rendere più sicuri i quartieri della città.

Grande è anche l’attenzione per l’ecologia. Un sofisticato sistema di rilevamento consente di adattare l’irrigazione automatica del verde cittadino alle condizioni meteorologiche. Se piove i rubinetti restano chiusi o si aprono solo per il tempo necessario, garantendo così efficienza e risparmio. E bei fiori tutto l’anno.

È in previsione anche l’installazione di contenitori della spazzatura dotati di sensori volumetrici che permetterebbero ai camion di raccolta di andare soltanto là dove è necessario ritirare i rifiuti, risparmiando tempo e denaro.

Cultura digitale e non solo

Anche dal punto di vista della promozione culturale Barcellona non si tira indietro.

Una delle ultime invenzioni del comune è una tessera, chiamata carnet BCNcultural rivolta ai residenti interessati alle numerose manifestazioni artistiche, mostre, concerti, spettacoli teatrali, musei e spettacoli, che a Barcellona non mancano mai.  Con una spesa di 20 euro annuali il possessore della tessera può accedere a oltre 400 attività a prezzi ridotti rispetto a quelli normali, accedere al servizio prestiti di qualsiasi biblioteca della città, acquistare libri con un 5% di sconto in varie librerie e ottenere riduzioni per iscriversi a corsi di formazione.

Numerose sono anche le applicazioni multilingue scaricabili gratuitamente per scoprire itinerari turistici meno conosciuti o costruirne di personalizzati, condividere esperienze di visite ai musei e alle diverse attrazioni storiche e culturali della città.

Hotel W Barcellona

Da residente all’estero, ma con l’Italia nel cuore, non posso non pormi la domanda che mi fanno spesso gli amici quando vengono in visita a Barcellona: perché da noi no? O meglio, perché con così tanto ritardo quando il nostro Paese ha potenzialità enormi? Di certo, anche in Italia ci sono molti progetti innovativi in fase di sviluppo. Sarebbe bello vederli finalmente applicati e poter andare orgogliosi delle nostre città intelligenti. A volte basta poco e la tecnologia non è tutto. 

A Barcellona, se si decide di rifare un quartiere, una piazza o una via, si cerca di unire la funzionalità all’estetica, si decora un angolo con un’aiuola (e si tiene in buono stato), si prevede uno spazio da destinare a parco giochi per bambini, magari una fontana e a volte persino un luogo per i cani.

Piccole cose che fanno grande una città.

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(Foto in homepage presa quihttp://www.webdelviajero.net/2013/10/26/alojamientos-en-barcelona-online/)

6 Comments

  1. Avatar
    monica casadi Febbraio 17, 2014

    Da quanto tempo patrizia manchi da milano?

    Da dove arrivano i tuoi amici che si stupiscono tanto quando almeno tre quarti delle cose di cui parli sono già anche a milano?il parchggio di cui parli a trento c’è da almeno 10 anni.

    Bici, auto, smartphone , apps e video che ti dicono già tutto da almeno un paio d’anni?

    Sicuramente ne mancano alcune, è vero, ma sinceramente non mi sento tanto dietro a Copenaghen dove hanno barbaramente ucciso la giraffa marius in un modo che anche le tribu cannibali del centro africa avevano dimenticato…..e di fronte a genitori e bambini. Bravi questi popoli che vengono indicati a tutti come esempi di civiltà, insieme agli svedesi che hanno ragazzini ubriachi per le strade dalle 17 di sera in poi e il più alto tasso di malattie cardiovascolari e di suicidi di tutta europa. Bravi anche gli inglesi che si ergono a giudici per il modo con cui è stato detronizzato Letta, e parliamo sempre di modo ma mai di sostanza. Perché, per esempio, l’ultima bella “sostanza” degli inglesi, così compassati e “a modo” , è un bel referendum sulla secessione della scozia, senza dimenticare l’altro movimento secessionista bombarolo irlandese, che ai nostri leghisti cretini gli fanno un baffo. E che dire di un altro paese che svetta per la pulizia e l’ordine che ultimamente ha svettato nella vergogna di un altro bel referendum contro l’immigrazione. Vinto per giunta|

    Poi, a veder bene in casa spagnola, l’infanta è inquisita un po’ come i nostri politici, e, visto che si parla di innovazione e futuro tecnologico, come ve la gestite l’arcaica tradizione della corrida, che al pari della danimarca gioisce e si incita e si sbraga davanti ad uno spettacolo dove muoiono animali in maniera cruenta peggio che nel medioevo?

    Smettiamo di parlar male dell’italia perchè siamo così cretini che poi cominciamo a credere alle puttanate che diciamo giusto per fare i criticoni snob, perché non ci rendiamo conto di essere nel paese più bello del mondo, fra la gente più simpatica del mondo, e né più né meno con gli stessi problemi e le stesse schifezze degli altri. L’unico pregio? E’ che, a differenza degli altri non scriviamo mai fregnacce da primi della classe.

    Buona giornata

    monica

    • Avatar
      Patrizia La Daga Febbraio 17, 2014

      Cara Monica,

      i miei amici arrivano proprio da Milano, dove anch’io mi reco molto spesso. L’Italia è il mio Paese e nonostante non ci viva da quasi 15 anni sono sempre la prima a elogiarne gli aspetti positivi, molti dei quali meriterebbero di essere più valorizzati. Questo post, tuttavia, parla di città intelligenti non di politiche indipendentiste (perché sulla Catalogna ci sarebbe molto da dire), né di animali uccisi barbaramente (per tua conoscenza in Catalogna le corride sono vietate per legge).
      Qui si parla solo di un dato di fatto: Barcellona è al quarto posto nella classifica europea delle Smart City, mentre le città italiane non si avvicinano ai primi posti. Ed è un peccato.

      Ogni volta che torno nella mia città natale la vedo più triste e degradata, per trovare un “gratta e sosta” e parcheggiare faccio i salti mortali e non mi risulta che ci siano lampioni che si accendono di notte al mio passaggio o contenitori dei rifiuti che segnalano all’azienda se sono pieni o vuoti. Quando aspetto l’autobus, il cartello mi dice che arriverà tra 5 minuti ma in genere ne passano 10 o più e fatico persino a trovare un parchetto decente per far giocare i bambini.
      Se nella tua città sei iperconnessa e i servizi funzionano alla grande non posso che esserne felice. Fino ad oggi però nessuno mi ha raccontato che a Milano, Roma, Napoli o Palermo si siano fatti passi da gigante in questo senso.

      Io, come te, credo che l’Italia sia uno dei paesi più belli del mondo e mi piacerebbe che all’estero venisse visto non solo come la patria della pasta e della pizza, del Colosseo, delle gondole e, purtroppo, della mafia e della politica caotica. Vorrei vedere una nostra città nei primi cinque posti della classifica europea delle smart city. Ma non c’è. Bendarci gli occhi e credere che sia tutto a posto è pura ingenuità. Tutte le nazioni hanno i loro problemi, è ovvio, ma rifiutarsi di ammettere i propri significa non migliorare mai. A volte basta poco. Anche un’aiuola in più. Senza tante, antipatiche, polemiche.

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    Elena Febbraio 18, 2014

    Hola Patrizia, avendo vissuto a Barcellona e sperimentato in prima persona la civiltà, l’organizzazione e l’efficienza di questo angolo di Spagna (ops, di Catalogna!), non posso che condividere il contenuto del tuo articolo. Devo anche dirti, però, che sono tornata a vivere a Milano dopo svariati anni e l’ho trovata cambiata, in positivo. Il servizio pubblico di trasporto onestamente non è male e molti altri servizi per il cittadino funzionano. In effetti, politicamente non trovo la stessa coerenza e determinazione a perseguire gli obiettivi programmati come in Catalogna, questo è vero. Ma ciò rappresenta un problema italiano più generale. Tutti i miei auspici sono rivolti a poter presto rimontare la classifica delle Smart Cities! Buona giornata, Elena

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