Il bambino indaco. Marco Franzoso

Il bambino indaco. Marco Franzoso

Patrizia&Giuditta 2 voci per 1 libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta ed io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra senza essersi mai incontrate di persona, due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’. Ogni 30 del mese un nuovo titolo e naturalmente la possibilità per i nostri lettori di commentarlo aggiungendo una voce alle nostre.

Il bambino Indaco

di Marco Franzoso

Einaudi

Patrizia
twitter: @patrizialadaga

www.leultime20.it

Giuditta
twitter: @tempoxme_libri

www.libri.tempoxme.it

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto: 6 È sobria ma poco evocativa. Il bimbo non è un neonato e ha le gote paffute, niente a che vedere con l’idea del bebè magro e sofferente. Azzeccato, invece, il fondo scuro che nell’insieme trasmette insicurezza. Voto: 5 In particolare perchè è fuorviante, come anche il titolo. Il libro racconta soprattutto di una coppia posta di fronte alla genitorialità e non di un bambino, che peraltro è una presenza abbastanza sfocata nel racconto. I colori sono troppo scuri, anche se piacevole il gioco tra il bianco e il verde; il lettering poco accattivante, anche se lo stralcio sul margine sinistro desta curiosità. Se non ci fosse stata tutta la campagna pubblicitaria di Einaudi su Twitter non è una copertina che avrebbe attratto la mia curiosità in libreria.
2. L’incipit è…
Descrittivo, da romanzo giallo. Falsamente giocato sulla suspence. Ho dovuto rileggerlo perché non lo ricordavo più. Non mi ha entusiasmato, l’ho trovato sciatto nella volontà di essere ammiccante e curioso.
3. Due aggettivi per la trama
Inquietante e irritante. Cerco di frenare la mia cattiveria: superficiale e melensa.
4. Due aggettivi per lo stile
Slavato, asettico. Difficile a questo punto non essere crudele: sciatto e banale
5. La frase più bella
“Eccolo il nostro bambino, un puntino azzurro, indaco per la precisione. Un puntino colorato dentro il foro di una penna bianca.” Dovrei mentire … e visto che sono onesta, passo alla prossima!
6. La frase più brutta
“Riempii un cucchiaino di polvere di tacchino, ci lasciai cadere alcune gocce d’acqua e con uno stuzzicadenti mescolai la poltiglia. Doveva essere schifosa ma mio figlio ingoiò con avidità.” A livello contenutistico il finale che ovviamente non posso citare per quei pochi che ancora non lo conoscessero, allora visto che c’è l’imbarazzo della scelta, cito a caso un dialogo per la banalità con cui sono condotti: -Scusa, -tentai allora. – sono io che non capisco te. Cos’hai? – Niente. -Come niente? -Niente, -disse. -Niente. -Mi sembra solo che tu sia un po’ esagerata. Non mi sembra di essere strano. – Io esagerata? -Sì, Isabel. – Io sarei esagerata? – Iniziò a piangere. -Tu mi offendi. -Io non ti sto offendendo, – mi scusai. – Perchè parli di offendere, io non ti voglio offendere. Vieni qua, devi essere un po’ stanca. -Ecco, vedi? Io sarei stanca. Scarichi sempre tutto su di me.
7. Il personaggio più riuscito
Il Commissario. Potrò sembrare provocatoria, forse lo sono: la psicologa. Mi sembra l’unica che introduca una nota pirandelliana nella vicenda e insinui il dubbio che la verità non sia a portata del lettore: così è se vi pare!
8. Il personaggio meno azzeccato
Il protagonista. Sicuramente lei, Isabel. Viene presentata come un’innocua vegana alle prese con una depressione post-partum, mentre è una folle, una persona instabile e incontrollabile. Qualcosa non mi torna in come viene analizzata. Possibile che nessuno si accorga che è una psicopatica?
9. La fine è…
Giusta. Assurdamente disneyana, banale e semplicistica.
10. A chi lo consiglieresti?
A tutti, anche a chi è già genitore a patto di non aver vissuto eventi traumatici nel corso dell’infanzia dei loro bambini. Con il prossimo libro mi imporrò di essere più buona. A nessuno!

6 Comments

  1. Avatar
    Giuditta Marzo 29, 2012

    Il primo commento non poteva che essere il mio, per ringraziare Patrizia della disponibilità e dell’entusiasmo alla condivisione. Questa è cultura! Grazie di cuore.

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    daniele Marzo 31, 2012

    Che bella iniziativa! Confrontare due punti di vista diversi è sempre interessante. Aspettiamo il prossimo mese per un nuovo confronto!!!

    Di mio invece posso dire che non ho intenzione di leggere questo libro, temo mi farebbe stare troppo male e io dai libri cerco altro!

  3. Avatar
    marina Marzo 31, 2012

    Bella l’iniziativa . Evviva queste idee ed il confronto sempre aperto

  4. Avatar
    monica ranieri Marzo 31, 2012

    Gran bella idea!! Assolutamente si.

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    Willy Smemo Marzo 31, 2012

    Brave un idea interessante ,confrontare due pareri in un modo così diretto .. Il libro non l ho letto perché non sono stata coinvolta dall indizio d trama e dalla copertina ma adesso ho un po’ d curiosità !

  6. Avatar
    Grazia Aprile 04, 2012

    Complimenti per l’iniziativa, è davvero interessante.
    Mi chiedo però perchè partire da questo libro che non permette a chi non vi conosce di capire i vostri gusti letterari, o meglio, di avere l’opportunità di approfondirli. G.

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